Il centro-sinistra arriva ai 100 anni dalla nascita del Partito Comunista d’Italia dopo due giorni di suq parlamentare e dopo una giornata ad emozionarsi per Lady Gaga che canta l’inno americano.
Questo rivolgersi al sogno americano per scordarsi dell’incubo nostrano aveva avuto una sua anticipazione dopo l’introduzione dei colori per le regioni, con l’emozione per il balletto al supermarket inscenato da Joan Baez alla notizia della vittoria di Joe Biden.
Quando l’inno americano lo suonava Jimi Hendrix a Woodstock la Baez era un’eroina pacifista, perché alla Casa Bianca c’era un repubblicano.
Quando invece c’è un presidente democratico ella depone la chitarra pacifista e danza per la guerra. Sta tutta qua la logica dem, su ambo le sponde dell’atlantico. Non importa quanta distruzione si porti ininterrottamente nel mondo da un secolo, conta solo se dichiari di uscire dagli accordi sui cambiamenti climatici.
Il sogno comunista è morto tante volte, e col senno di poi possiamo dire che era già morto anche nel ’68, ma l’autopsia è arrivata dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Da allora il centro-sinistra non ha più avuto un moto proprio, non si è mai dotata di una nuova bussola e si ritrova oggi con un pantheon di totem.
Da Greta a Lady Gaga, dal vicepresidente donna e nera al sottosegretario transgender alla sanità americana. E poco importa se la Harris da procuratore ha difeso in tribunale la pena di morte e non ha mai fatto partire un’indagine per le violenze della polizia nei confronti delle minoranze.
Nonostante il dramma sanitario in corso, alla logica dem ora non interessa l’iniquo sistema sanitario americano, conta solo che nella sanità è arrivato un medico transgender “esperto di medicina lgbt e di marjuana terapeutica”.
E che una donna nera potrebbe diventare presidente se l’anziano Biden morisse. E tutti vissero felici e contenti.