La montagna ha partorito il topolino, il governo di alto profilo auspicato da Mattarella annovera tra i suoi ministri Mariastella Gelmini che è nota ai più per aver immaginato neutrini a piede libero tra l’Abruzzo e la Svizzera.
Grillo ha fatto sentire ai suoi l’odore di un Super Ministero che accorpasse Economia, Infrastrutture e Sviluppo Economico e che convertisse il paese al green. Invece c’è solo il Ministero dell’Ambiente che cambia nome e che dal MISE prende solo le politiche energetiche.
La Transizione Ecologica che non ci sarà è affidata ad un tecnico in quota Draghi, così come i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture. Lo Sviluppo Economico invece va addirittura alla Lega. Il M5S passa quindi dal super ministero alla grande sconfitta.
Renzi continua a festeggiare per l’esito della crisi da lui innescata esattamente un mese fa ma ha un solo ministro rispetto ai 2 di prima, e ben 9 ministri del Conte Bis da lui affossato sono stati confermati.
Rispetto al PD da cui si è scissa Italia Viva può vantare un ministro donna. Il PD invece ha solo ministri uomini, neanche sospettabili di essere gay e, considerando anche Leu, le forze politiche che si collocano a sinistra sono le uniche ad avere solo ministri con portafoglio.
Chissà se per il voto di fiducia LeU si ricorderà di aver chiesto la proroga del blocco dei licenziamenti o si accontenterà della riconferma di Speranza. Quest’ultimo a sua volta è la garanzia che il piano vaccini durerà più della pandemia.
Forza Italia, che prima di questa crisi era scomparsa al punto che è solo grazie alle consultazioni di Draghi che abbiamo appreso di un Berlusconi in odore di estrema unzione, ha ottenuto ben 3 ministeri. Anche Brunetta contribuirà all’alto profilo.
Altra transizione destinata ad essere una fake news è quella digitale affidata a Vittorio Colao. A capo della task force di Conte ha prodotto il nulla assoluto, è probabile che mantenga questo standard come ministro del Governo Draghi.