Un padre canadese è stato arrestato per essersi rivolto al femminile a sua figlia

Il padre canadese Robert Hoogland è stato arrestato in Canada per aver chiamato sua figlia “lei” “figlia” e “femmina”. La corte suprema di Vancouver lo ha deciso Venerdì 19 Marzo in seguito all’ingiunzione emessa nei confronti del padre che intimava di non usare i pronomi femminili con la figlia perché “transgender”.

Il padre ha raccontato di come la figlia (oggi 13enne) avesse affrontato un periodo traumatico in seguito al divorzio fra i due genitori tentando di instaurare una relazione sentimentale con due suoi insegnanti maschi e tentando il suicidio. Il padre scopre che la scuola mostrava alla figlia i materiali informativi di educazione sessuale e gender SOGI 123 definiti da molti come materiali propagandistici dell’ideologia gender.

La ragazza inizia dunque a chiamarsi con un altro nome a scuola inizia un processo di “transizione sociale” all’insaputa dei genitori e sotto la spinta dello psicologo ed ideologo gender Wallace Wongaccusato di spaventare i genitori con il rischio di suicidio dei loro figli per attuare terapie mediche di transizione e senza il consenso dei genitori, terapie che fanno parte del business della transizione pediatrica che diviene ogni giorno più lucrativo in USA e Canada.

La figlia di Hooglan inizia una terapia sperimentale di transizione dopo che Wong ottiene il consenso della madre ed ignorando i tentativi del padre di cercare soluzioni per la salute mentale della figlia che non prevedessero l’utilizzo di medicinali o altre azioni più o meno irreversibili.

Una recente ricerca pubblicata nel 2008 per la rivista scientifica Salute adolescenziale, medicina e terapie ha infatti mostrato che l’85% dei bambini affetti da disforia di genere desiste dall’identificazione con l’altro sesso alla fine del periodo di pubertà. È in questo contesto che la corte ha intimato ai genitori di riferirsi alla propria figlia come ragazzo sotto un processo penale per violenza domestica.

Il famoso psicologo ed accademico canadese Jordan B. Peterson, che attaccò aspramente durante un’udienza pubblica al Senato la legge C-16 che fra le altre cose obbliga l’utilizzo di determinati pronomi nel caso di individuo che si identifica come transgender. Peterson allora condannò aspramente la legge in quanto la definizione di “discriminazione e molestia” in relazione alla decisione di un individuo di non usare determinati pronomi è un chiaro attacco alla libertà di espressione e alla libertà di coscienza.

In un recente Tweet sulla vicenda di Hoogland Peterson ha affermato che: “Questo non sarebbe mai accaduto, dicevano coloro che chiamano la mia posizione sulla legge C16 ‘allarmista’. Io lessi la legge allora e notai, invece, che questo era inevitabile”.

Il padre della ragazza da parte sua afferma:

“Forse salvare i bambini è un sogno … ma io non credo! Mentre guidavo ho visto bambini che portavano a spasso i loro cani, ho visto bambini che giocavano insieme e ho visto una generazione che ha bisogno dei loro genitori più che mai! Ho visitato tutti i miei luoghi d’infanzia … luoghi in cui sono cresciuto da bambino. Ricordavo quanto amassi i miei genitori e quanto avessi bisogno della loro protezione”

“Che tipo di padre sarei se, tra dieci anni, lei smettesse di de-transizionare, e mi chiedesse ‘perché non hai fatto niente per fermarmi? Nessuno di voi mi ha tirato fuori dai guai allora.'”