In una trasmissione, Marlène Schiappa ha affermato che gli imam che hanno firmato la Carta dei principi per l’Islam in Francia dovranno promuovere il matrimonio omossessuale.
Invitata a parlare della controversa Carta dei Principi per l’Islam in Francia, il viceministro per la cittadinanza Marlène Schiappa ha affermato:
“Perché abbiamo fatto questa carta? Perché è vincolante. L’idea non è quella di mettere solo una firma ma di dimostrare come ci impegniamo”, ha esordito il viceministro che ritiene che le moschee dovranno battersi per l’uguaglianza tra uomini e donne e contro l’omofobia “.
Selon Marlène Schiappa: Dans la charte de la laïcité, dans les prêches, il faut promouvoir l'homosexualité. pic.twitter.com/qCz6WotE3t
— L'oeil Medias (@LoeilMedias1) March 23, 2021
Marlène Schiappa a tal proposito ha affermato:“Nelle prediche considereremo che due uomini hanno diritto di amarsi, di sposarsi? Che due donne hanno il diritto di amarsi, di sposarsi?”
Recentemente la Congregazione per la Dottrina della Fede della Chiesa ha negato la possibilità che i preti possano benedire le unioni omosessuali ma evidentemente questa Carta per l’Islam Francese sottoscritta da diverse organizzazioni islamiche francesi tra cui Musulmans de France stabilisce un pericoloso eccezionalismo religioso ai danni dei musulmani, insomma per essere un imam accettabile devi promuovere l’omossessualità in moschea.
Il rettore della moschea di Parigi Chems-eddine Hafiz ha qualificato le parole di Marlène Schiappa come “inaccettabili”.
COMMUNIQUÉ – Le recteur @chemshafiz réagit aux propos de la ministre Marlène Schiappa tenus ce matin sur LCI : pic.twitter.com/9BObntf81J
— Grande Mosquée de Paris (@mosqueedeparis) March 25, 2021
In un comunicato, il rettore ritiene queste dichiarazioni “incomprensibili e inaccettabili”. In questa Carta, firmata da 5 delle 9 federazioni del Consiglio francese per il culto musulmano (CFCM), inclusa la moschea di Parigi, “abbiamo richiamato il principio di uguaglianza tra tutti gli esseri umani (…), e abbiamo detto chiaramente che ciò implicava il rifiuto di ogni discriminazione legata all’omosessualità ”, sottolinea Hafiz.
“Questo documento è affar nostro e nego a un ministro la possibilità di dettare i sermoni degli imam. Cosa rimarrebbe della libertà di religione? Cosa rimarrebbe della laicità?” si chiede Hafiz.
“E poi c’è una grande differenza tra il rifiuto di ogni discriminazione, soprattutto sulla base dell’orientamento sessuale, e il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Come per le altre religioni monoteiste, l’Islam riconosce il matrimonio solo tra uomo e donna. Nessuna autorità pubblica o politica può dettare una dottrina religiosa ”, aggiunge.