Non si ricandiderà per il Consiglio Comunale di Milano alle prossime elezioni che si terranno ad ottobre, ne ha dato oggi annuncio con un lungo post sul suo profilo Facebook la consigliera Sumaya Abdel Qader.
Dopo 5 anni di presenza a Palazzo Marino quindi la Abdel Qader eletta nel 2016 con un bottino importante di 1016 preferenze decide di mettere in pausa la sua attività istituzionale denunciando le difficoltà vissute: “Sono stati anche cinque anni difficili e dolorosi in cui ho dovuto fronteggiare le intolleranze e strumentalizzazioni di chi vedeva nella mia figura un “pericolo”: perché musulmana, perché velata, perché figlia di immigrati, perché portatrice di una nuova identità frutto dell’incontro di più mondi. Anche per questo a volte ho fatto passi a lato o indietro e ciò che serviva per accompagnare lo sguardo dei diffidenti in un più graduale cambiamento. A volte bisogna saper aspettare o rallentare, non si può solo correre in avanti senza guardare dietro. Il rischio è restare soli. E questa non è una gara.”
In questo passaggio la consigliera sembra riferirsi ad alcuni passaggi complicati della sua esperienza a Palazzo Marino, uno su tutti la polemica scaturita dall’intenzione di affidarle la presidenza della Commissione Cultura che ha portato poi al passo indietro della Abdel Qader imposto dalla stessa coalizione di maggioranza.
Il bilancio che la consigliera musulmana fa della sua esperienza però non è negativo: “Ho cercato di ascoltare i cittadini, di far valere le loro istanze, ascolare la città e il suo battito vitale.L’ho fatto cercando di restare coi piedi per terra, consapevole di essere al servizio dei cittadini e non al di sopra.
Ho raggiunto molti obiettivi che mi ero prefissa e ho fallito in altri. Così come coalizione di maggioranza abbiamo raggiunto molti obiettivi e fallito in altri. Mi ritengo moderatamente soddisfatta di questo percorso.”
Poi dichiara la volontà di “tornare alla base, tornare dall’altro lato del muro di palazzo per riprendere contatto con la “realtà”. Perché sì, la politica logora e a volte allontana dallo spirito con cui si è partiti.”
Infine Sumaya Abdel Qader sottolinea quella che considera un’insidia di fare politica per chi è “un concentrato di minoranza di qualcosa” dicendo: “Si parte svantaggiati su tutti e tutto, si ha meno spazio pur avendo potenzialmente più visibilità, visibilità difficile da sostenere e gestire perché spesso scivola nella narrazione folkloristica, che pone l’accento sull’apparenza e poco sulla competenza.”