L’Oro del Suono: Mussida e la visualizzazione di musica ed emozioni

E’ da poco uscito per la Nomos Edizioni il libro L’Oro del Suono di Franco Mussida, una pubblicazione che raccoglie la sua esperienza con l’arte visiva come mezzo per fissare risultati, esperienze ed intuizioni della sua ricerca sul rapporto tra musica ed emozioni.

Noto come chitarrista della storica PFM, poi attivo nel campo della didattica musicale, nonché socialmente impegnato col delicato materiale umano costituito dagli “ospiti” degli istituti penitenziari, ad un certo punto Franco Mussida ha sentito l’esigenza di comunicare attraverso l’arte visiva la consapevolezza raggiunta sul sentiero di un filone di ricerca molto particolare che lui percorre da tantissimi anni: il rapporto tra musica ed emozioni

La musica basta a sé stessa, non ha bisogno di essere raccontata da altre forme d’arte. Le emozioni possono essere descritte mediante diversi linguaggi, anche dalla musica. Il discorso però si complica se si vuole rappresentare il meccanismo con cui la musica si trasforma in emozioni, ed è per questo forse che Franco Mussida ha deposto la chitarra per usare altri strumenti non musicali. 

Il libro

L’Oro del Suono è un po’ anche il catalogo della mostra antologica al MAC di Lissone dal titolo Il Mistero che Trasforma la Musica in Emozioni, sesta personale di Mussida, che raccoglie 10 anni di lavoro con forme espressive mai esplorate dal nostro prima del 2011.

Parallelamente a questa diversa produzione artistica Franco Mussida ha pubblicato ben cinque libri che parlano della dimensione emozionale dell’arte musicale. Questo sesto libro è un po’ un momento di riflessione retrospettiva e forse è anche il preludio ad una nuova fase di questa sua ricerca affascinate quanto pionieristica. 

Sfogliando il libro-catalogo, e dopo aver letto i primi contributi, ci si imbatte nell’Opera Prima (2012) di Franco Mussida e poi in sei tavole (del 2019) che sono un po’ come degli appunti utili a decifrare le opere d’arte propriamente dette che seguono nelle pagine successive (dipinti, sculture, istallazioni).

Queste tavole sono anche dei bozzetti dai quali forse prenderanno forma nuovi sviluppi della ricerca. Chi ha studiato ingegneria può vederci degli schemi dove viene modellizzato qualcosa di inafferrabile ma di universalmente percepibile, qualcosa che al momento viene comunicato mediante queste opere, poi chissà.  

Opera Prima (2012)

La concezione di base

Tutti sentiamo le emozioni che si muovono dentro di noi durante l’ascolto della musica. Ma chi può avventurarsi a spiegare questo meccanismo misterioso che ci trasforma interiormente? Franco Mussida ci lavora da decenni perché secondo lui la musica l’abbiamo inventata noi esseri umani per farvici rispecchiare le nostre emozioni, ma poi abbiamo come dimenticato questo scopo iniziale facendo prevalere la dimensione espressiva e quella performativa dell’arte musicale, a scapito della dimensione emozionale

A questo oblio corrisponderebbe la progressiva riduzione della musica a dozzinale oggetto di consumo, nonché l’espandersi nel nostro mondo emotivo di una zona d’ombra che Mussida chiama continente dubbioso-anaffettivo il quale si aggiunge ai quattro vecchi continenti emotivi corrispondenti ai temperamenti individuati da Ippocrate (V – IV sec. a.C.). Quasi di riflesso si è così un po’ atrofizzato in noi quello che Mussida chiama filtro emotivo, una sorta di organo sensoriale soggettivo dell’ascoltatore che è necessario perché la musica agisca sulla nostra struttura emotiva universale.

Nel modello Mussida questo filtro emotivo gioca un ruolo centrale ed è per questo che lui ha messo appunto un metodo di ascolto consapevole che stimola quest’organo ed aumenta in noi la capacità di comprendere, controllare e beneficiare delle nostre emozioni. 

“In questa nuova veste la Musica, in quanto elemento bonificatore della sfera emotiva, potrà essere uno straordinario viatico, se non un elemento fondante, per dar corpo ad una nuova forma di ecologia, una ecologia salutare per l’uomo e per l’organismo sociale: l’Ecologia dei Sentimenti

La tela su cui la musica dipinge dento di noi

 In L’Oro del Suono, Franco Mussida utilizza per questo filtro emotivo l’espressione giaciglio spirituale. Per comprendere appieno questa concezione mistica possiamo aiutarci con quanto lui ha scritto in un precedente libro, sempre dal titolo Il mistero che trasforma la musica in emozioni (2020, Pazzini), dove la musica è vista come il risultato terreno, concreto, di una ispirata opera dell’uomo che coinvolge una sostanza fine di cui il suono è veicolo e portatore.

Una sostanza che vibra e ci fa vibrare, che scalda e muove l’intimo del nostro essere. Che sia proprio questa sostanza il dono più prezioso che ci è stato fatto? Un lascito vibrante di vita incastonato in quell’oro del suono, la musica, che riflette anche ora la sostanza dell’origine?”. 

Nella necessità di rappresentare cose comprensibili a noi stessi dobbiamo realizzare modelli concettuali che a volte vedono come separate cose che in realtà, nell’essenza, sono un tutt’uno. Da qui la successiva necessità di legare ciò che abbiamo concettualmente separato.

Questo filtro emotivo è quindi un istmo tra il Pianeta della Musica ed il Pianeta delle Emozioni, una tela su cui la musica dipinge ciò che solo il nostro mondo emotivo può vedere, un giaciglio su cui viene lasciato un dono, un dono che a certi livelli può anche essere un dono spirituale. 

Buona lettura, buona visione e buona musica a tutti!