Arrivano le elezioni e si torna a parlare di sesso, droga e fascismo

Arrivano le Elezioni Comunali e il dibattito pubblico finalmente compie un bel salto di qualità. Basta misure sanitarie, green pass, politiche economiche, viabilità urbana e vivibilità cittadina…Che si torni infine a parlare di droga, sesso e fascismo, che sono il vero pane morale del nostro paese.

In fondo è quel che da un secolo ci affascina e ci fa ribrezzo allo stesso tempo: insomma il perturbante perfetto che inevitabile cattura l’attenzione. Ma oltrepassando la scarna cronaca degli ultimi scandali, deprecabili in sé, ci sono due questioni da affrontare.

Prima domanda: davvero l’attuale opinione pubblica si fa ancora influenzare da tali vicende? Se è così, significa che non sono bastati nemmeno due anni di vita guastata e politiche per lo meno discutibili, a farci capire che il sale delle decisioni pubbliche non risiede nella moralità di pruriginose vicende private o nello spauracchio del ventennio. Se l’opinione pubblica resta un coagulo di opinioni sulla vita privata altrui, la verità è che il potere perde poco tempo ad opinare. Il potere, quello reale, esegue. 

Da qui indiretta emerge l’altra questione: c’è ancora qualcuno capace di temere Salvini?

L’uomo che in fondo non crede in nulla, nemmeno nei selfie quotidiani a differenza di altre divinità dello star system. Il perfetto eroe postmoderno, che a un certo punto si è trovato davanti ad un’inquietante schizofrenia tra potere e possibilità. Da una parte il divino Draghi e i suoi vassalli, dall’altra il maledetto algoritmo da big data, che da un po’ di tempo gli indica che c’è bisogno di un marchio protestario per conquistare un trenta per cento dell’opinione pubblica, se non di più.

E così lui da una parte dice sì alle misure governative, mentre dall’altra si ostina ad inseguire i no. Tra potere immediato e possibilità elettorale un garbuglio inestricabile. Il potere in fondo è noioso, esecutivo, porta una marea di responsabilità e compromessi. La possibilità elettorale invece è una droga, una festa onirica in cui milioni di persone ti acclamano, ti cliccano e magari ti votano.

Quali tormenti dietro il non pensiero del leader leghista! È proprio così che un personaggio del genere inizia a dare veramente fastidio. Il governo Draghi infatti non ha più alcuna opposizione e anche la schizofrenia non è gradita per compiere fino in fondo il bene: morale, tecnico, onnisciente. Fino al punto di toccare la superbia di dire ai cittadini cos’è morale e immorale (riguardo alle politiche sanitarie), oltrepassando la distinzione tra legale ed illegale (l’unica di sua pertinenza). E noi che ancora si pensa al nero ventennio…

Certo, il buon Salvini ci pensa da solo ad eliminarsi, a furia di incoerenze e trovate pubblicitarie. Il problema è che il marketing social purtroppo si mostra troppo più forte di qualunque volontà razionale, perciò la sua immagine continua a resistere. Allora che fare? Nuovi poteri, vecchi metodi: stendere fango morale. Con una piccola differenza rispetto al passato. Se non si riesce a colpire direttamente la persona, si tocca chi sta intorno, tanto poi ci pensa l’opinione pubblica a deviare il fango fino al bersaglio.

La stessa cosa è avvenuta con Grillo attraverso il figlio. In quel caso solo sesso invece di droga e così d’incanto il grillo parlante si è ammutolito. Zitto zitto si è allineato alle volontà di uno dei più grandi nemici di un tempo. Un vecchio metodo che nella sua versione ad personam ha avuto il suo apice nel Cavaliere di Arcore, l’insuperabile esteta dell’immoralità e in Marino, nelle vesti di sindaco romano, l’eroe del grottesco, capace di vedersi commutare scontrini e multe in una vitale questione morale, fino ad arrivare alle dimissioni.

Eppure resta un ambito dove il dibattito comunale si fa reale. Nei piccoli comuni, dove tra le pieghe di poche migliaia di voti si decidono concessioni e fondi intorno a cui gravita la vita economica locale. Lì non c’è ideologia o scandalo che tenga, quel conta è l’affiliazione. Lontane le città, fondi e concessioni sono questioni vicine. Se sarai affiliato alla giunta vincente, il tuo bar avrà più probabilità di aggiungere sedie all’aperto, così come il tuo lido potrà ingrandirsi e le attività culturali (dalla sagra paesana agli spettacoli teatrali) potranno diventare una buona occasione da cogliere.

Altro che partiti, programmi e retorica, la campagna elettorale consiste in un assertivo: vota mia cugino, vota mio zio! Che spesso però sono in liste contrapposte. Che fare allora? Nel dubbio non resta che scegliere il boss del quartiere o il custode del parco, che se non rientra proprio nella casta dei custodi prevista da Platone, almeno custodisce meglio i tuoi interessi. Il bene comune prima di tutto!