Mentre perfino alcuni giornalisti dei giornaloni che van per la maggiore si sono accorti che i problemi del Paese sono altri, i politici della sinistra arcobaleno, come Nicola Fratoianni, cercano di convincerci della necessità di costituire un’altra unione sacra dopo quella contro il terrorismo, il maschilismo, l’omofobia ed il rifiuto del vaccino.
Una unione sacra sulla necessità di sciogliere le associazioni apertamene fasciste (quattro utili idioti da mobilitare alla bisogna) con un decreto che domani potrebbe essere applicato contro chiunque voglia mettere in discussione la dittatura psicoterapeutica o le misure draconiane contro la libertà di parola o i diritti sociali. Di fatto da 40 anni funziona un’altra unione sacra; un arco sindacale e politico che va dalla Cgil alla Fornero, un’unione di forze schierata contro i diritti dei lavoratori e dei giovani il cui tenore di vita è crollato.
Questa unione ha perorato e voluto quei tagli al SSN ed alla ricerca che portano la responsabilità della maggior parte dei decessi nella pandemia e, anche prima della pandemia, dei decessi negli ospedali. Ora per l’ennesima volta dai polverosi libri di storia patria risorge quell’antifascismo militante in grado di unire il 99% degli italiani attorno a quel Draghi che le banche hanno imposto come Presidente del Consiglio della democrazia illiberale italica; democrazia fondata sullo sfruttamento del lavoro e sull’ indebitamento verso le banche usuraie.
Incredibilmente Landini parla di difesa dei diritti dei lavoratori, diritti che la Cgil ha dimenticato da oltre 40 anni, una difesa che si pretende attuare insieme ai fautori dei dogmi neoliberisti e della finanziarizzazione dell’economia: Il diavolo e l’acqua santa uniti nella lotta. La Cgil insieme agli araldi dell’ austerity fatta di lacrime e sangue, chiede sacrifici quando l’undici percento degli italiani possiede quasi la metà della ricchezza del Paese, ricchezza in gran parte accumulata grazie all’usura.
Dopo la psicopandemia si prepara la sparizione del ceto medio e dei corpi sociali intermedi e si profila all’orizzonte una drammatica crisi energetica che già sta riducendo il PIL cinese e sta creando gravi problemi di approvvigionamento di energia nel Regno Unito.
Da anni l’ideologia dominante afferma che siamo troppi e che il numero degli esseri umani dovrebbe essere ridotto, la qual cosa tra guerre, fame, aborti ed eugenetica è già una realtà che colpisce soprattutto i popoli poveri imponendo una drammatica zavorra allo sviluppo, senza contare che la denatalità in Occidente e perfino in Cina è un fenomeno non certo recente.
Di fronte a questi problemi epocali la politica italiana semplicemente non ha risposte. Penso alla poesia di Ezra Pound sull’usura citata da Carlo Delnevo in un articolo da noi pubblicato recentemente; l’usura presentata a ragione come fonte di ogni male; l’usura che inaridisce le ricchezze prodotte dal lavoro e i ventri delle madri. Altro che scarsità delle risorse; c’è qualcuno che le toglie al 99% dei cittadini per accumulare enormi profitti, e questo è il problema. L’interesse sul denaro è il problema e la globalizzazione neoliberista è il suo corollario. Al silenzio ed alla demagogia dei politici risponderà la finanza con il sistema dei crediti sociali o rimettendo la tessera di razionamento per quei beni che non potremmo importare?? Cosa accadrà dopo gli enormi prestiti concessi a causa della pandemia al nostro Paese?
Cosa porterà la riforma del catasto in un Paese dove l 80% dei cittadini possiede la propria casa?
Quale futuro avranno i giovani in un Paese che perde decine di migliaia di laureati ogni anno?
Queste dovrebbero essere le priorità ma non se ne parla perché i giochi sono fatti ed il ruolo dell’Italia sarà quello di paese balneare del Nord Europa, un bacino di forza lavoro a basso prezzo e di bellezze naturali da depredare. Le grosse società immobiliari come la Real Estate razzieranno le case, i beni demaniali e le nude proprietà degli anziani.
Intanto il popolo italiano o almeno buona parte di esso comincia a reagire alle vessazioni quotidiane che subisce relativamente ai salari, al diritto ad avere una casa, al GP, ai contratti precari, e questa lotta si salda con una parte delle rivendicazioni dei No Green Pass. Dopo un’enorme manifestazione trasversale contro il GP che ha riunito a Roma decine di migliaia di persone e che ha visto inedite alleanze politiche, la capitale ha vissuto un grande sciopero generale dei sindacati di base USB Cobas ed altri; sciopero nel quale si chiedeva la fine del GP e dove si sentivano gli slogan contro la dittatura di Draghi e contro l’ ennesima svendita dei diritti dei lavoratori che si farà con la imminente firma da parte di Cgil Cisl Uil dei contratti del pubblico impiego.
Uno sciopero al quale, secondo fonti ufficiali e filogovernative, hanno partecipato circa un milione di lavoratori. Inoltre durante lo sciopero si sono riuniti centomila lavoratori in corteo a Rona ed in altre 40 città italiane. Ci sono stati il blocco dei porti e del centro Amazon di Piacenza, e ben 127 voli Alitalia cancellati. I sindacati di base chiedono apertamente tamponi gratuiti per vaccinati e non vaccinati, il ritiro del GP ed il ripristino di condizioni di sicurezza per i lavoratori che sono in presenza o vi torneranno.
Denunciano apertamente il caporalato di Stato nei contratti ALITALIA, e difendono le partite IVA.
Nessuno difende chi usa stupidamente la violenza ma c’è un fascismo rosso, molto più potente e pericoloso di chi inneggia al Duce sognando un’impossibile restaurazione in una società totalmente differente da quella che portò al fascismo nel 1922, che in nome del dio progresso si è alleato con la tecnocrazia ed i banchieri.
Di fatto oggi i giovani di sinistra si sono ritrovati a seguire Radio Radio o le prese di posizione di Giorgio Agamben, cosa che non sarebbe mai avvenuta anche solo due anni fa. La sinistra di classe, quella che non ha mai mollato e che ha maturato delle letture differenti anche riguardo al femminismo e al gender (basti pensare al PC di Marco Rizzo o alla rivista l’Interferenza,) è pienamente partecipe di questo processo,
Si tratta di un processo parallelo alla crisi delle tradizionali istituzioni della democrazia rappresentativa che sono destinate a rinnovarsi radicalmente o a perire.