Al Jazeera riporta in un articolo del 17 ottobre 2021: ‘La Grande Moschea nella città santa per i musulmani della Mecca, in Arabia Saudita, è tornata a funzionare a pieno regime, con i fedeli che pregano spalla a spalla per la prima volta dall’inizio della pandemia di coronavirus. Domenica sono stati rimossi i segni sul pavimento che guidano le persone alla distanza sociale dentro e intorno alla Grande Moschea.’
Una lieta notizia per chi abbia a cuore la salute spirituale collettiva, con un sacrosanto ritorno alla Sunna della preghiera così come l’abbiamo sempre vissuta. È vero il fatto che le indicazioni contenute nella stessa Nobile Sunna hanno consentito di vivere questi due anni di eccezione, ma tali rimangono e lo stato di normalità è stato ripristinato. Contestualmente, la maggior parte dei paesi nel mondo indietreggiano nelle restrizioni ed allentano la morsa delle limitazioni.
È in Italia?
In Italia no. In Italia vale il ‘lascia o raddoppia’, e qui si raddoppia. Non solo i credenti devono continuare a pregare distanti l’uno dall’altro rischiando in caso contrario sanzioni e chiusure, ma adesso si vedono doppiamente beffati come la totalità degli italiani: vaccinati con la promessa di tornare alla vecchia vita, oggi questo obbiettivo diventa un miraggio lontano. Una nuova normalità distopica si è concretizzata nel nostro quotidiano e per la prima volta nella storia del nostro Paese, lo Stato è persino arrivato ad impedire per legge ai propri cittadini sprovvisti di un passaporto sanitario di lavorare e di percepire lo stipendio necessario al loro mantenimento.
Passaporto, perdipiù, basato su un falso scientifico accertato: la logica raccontata a tambur battente dalle televisioni e dai giornali ci dice che chi possiede il Green pass non fa circolare il virus e rende i luoghi di lavoro più sicuri, ma è un dato ormai certo il fatto che anche i vaccinati possono contagiare tanto quanto i non vaccinati e il tampone, secondo metodo per ottenere il passaporto verde, può dare falsi positivi e falsi negativi.
Senza doversi necessariamente rifare alle dichiarazioni di una singola personalità, basta leggere quello che c’è scritto nella nota informativa che i produttori dei vaccini hanno rilasciato e che viene allegata al consenso informato che firma chi va a farsi inoculare: ‘ [nome del farmaco].. è un vaccino utilizzato per la prevenzione del COVID-19, malattia causata dal virus SARS CoV-2’. Tradotto: il vaccino ti protegge dall’insorgenza della malattia, non dal contagio. Quindi se te lo fai proteggi te stesso o te stessa, non gli altri. Essendo i vaccini stessi in fase sperimentale, neppure i produttori si azzardano a certificare il contrario, anche se ‘studi scientifici dicono’ questo e quello.
Il governo italiano dopo averci privato della libera di circolare liberamente, di vedere i nostri cari malati detenuti nelle nuove ‘carceri’ ospedaliere, dopo averci tolto il diritto di pregare in comunità per diverso tempo, dopo averci impedito di frequentare ristoranti, palestre, cinema ed ogni altro luogo della vita sociale, oggi ha impedito il diritto allo studio ed al lavoro. Cosa manca? Ah, dimenticavo. Manca la prima casa.
Anche se qualcosa mi dice che sotto le torbide acque del potere già si muove qualcosa, ma attendiamo… tempo al tempo. Mentre lo spettro di una crisi energetica imminente ci trova nuovamente impreparati ed inerti, siamo sempre di più vittime degli eventi e di fatto abbiamo letteralmente perso il potere sulle nostre vite.
Come se tutto ciò non fosse sufficiente, il clima di odio generato a reti unificate nei confronti di quella popolazione che ha deciso di non vaccinarsi, fa si che venga criminalizzato tra il 20 e il 30 per cento dell’intera popolazione, dividendo intere famiglie e spaccandole tra ‘buoni e cattivi’. Vietato fare domande. La scienza, che fino a ieri era empirica, oggi è diventato un dogma e chi non ha ‘fede nella scienza’ è un no-vax, un miscredente della nuova religione sanitaria.
In questo scenario surreale si sono alzate voci provenienti da differenti comunità religiose, anche autorevoli, che hanno fortemente criticato quello che sta avvenendo; nel silenzio della comunità islamica italiana riecheggiano solamente le voci di chi ha difeso, anche con modi poco piacevoli, l’operato del governo.
Pochissimi coraggiosi hanno avuto l’ardire di contestare apertamente quanto fatto finora, sempre purtroppo però da posizioni non riconosciute a livello comunitario. Crediamo davvero che siano così lontani i giorni in cui un fratello all’ingresso di ogni moschea permetterà l’ingresso a chi è munito di greenpass e lascerà fuori gli altri perché ‘ce lo chiede la scienza’? Perché è questa la direzione che stiamo percorrendo, e perché vengano impediti gli accessi nei supermercati e nei luoghi di culto manca uno schioppo di dita.
Di fronte alla prepotenza di questa religione parascientifica di stato, molti tornano a parlare di Dio come possono e nelle lotte del popolo tra le strade spicca qualche rosario.
In effetti dalla descrizione di quanto accade si potrebbero dedurre i presupposti per vedere i prodromi di un ambiente perfetto per l’arrivo del Masih al Dajjal, l’Anticristo, trattandosi l’aderenza ai suoi capisaldi una mera questione di Fede nel nuovo dogma sanitario religioso. D’altronde la stessa parola ‘religione’ significa letteralmente ‘raccolta (di formule e atti rituali)’, tanto che per darsi un motivo valido per distanziare gli oranti in preghiera oggi più che mai bisogna crederci.
E probabilmente un domani, saranno proprio i dettami di questo nuovo credo a definire chi è benedetto e chi no, chi fa parte della comunità e chi no, chi è accetto alla presenza del signore e chi no. E a quel punto non ci resterà che capire di quale ‘signore’ si sta parlando.