Travestita da ONG opera a Bruxelles una potente lobby filo israeliana che ricalca la fisionomia e gli obiettivi dell’americana AIPAC, si presenta come un’organizzazione no profit ma ha legami chiarissimi con l’establishment di Tel Aviv e un folto gruppo di ex diplomatici israeliani tra le sue fila.
ELNET si definisce come “organizzazione senza scopo di lucro dedicata a rafforzare le relazioni tra Europa e Israele basate su valori democratici condivisi e interessi strategici” ma basta un’analisi anche superficiale del lavoro di ELNET per capire quanto la realtà sia ben diversa.
Gli obiettivi di ELNET infatti esulano dai soliti obiettivi delle organizazzioni no-profit di interesse comune. Dalla brochure si evince che dietro l’organizzazione vi sono tra gli altri supporters come l’ex Ambasciatore di Israele presso la UE Ran Curiel e l’ex Ministro dell’Intelligence Israeliano Yuval Steinitz.
L’obiettivo principale di ELNET appare quello di “educare” a proposito di Israele questo obiettivo viene perseguito attraverso la creazione di un gruppo di interesse di matrice sionista in Europa di altissimo livello politico ed economico.
Nell’analisi che l’organizzazione fa dell’efficacia del lavoro di lobbying si riscontra la difficoltà nell’influelzare le politiche europee dall’estero ragione per cui si è scelto di creare ELNET come ONG europea.
Le aree di interesse sono quelle della “sicurezza nazionale, e gli affari esteri e militari”,
ELNET mira anche a creare un cluster di uffici locali in Europa totalmente indipendenti da fonti di finanziamento Europee.
Il tour “informativo”offerto da ELNET mira al top, non solo per quanto riguarda i piani alti della politica ma anche del giornalismo, un processo di influenza che culmina nei Dialoghi strutturati che hanno luogo in Israele ed in Europa in cui si discute e si prendono decisioni in modo “confidenziale” come ricorda la stessa sedicente no-profit.
Quali sono le motivazioni ufficiali che spingono ELNET a fare questo investimento? I motivi sono due e non riguardano affatto la pace, il dialogo o altro:
1- La UE rappresenta il maggior partner commerciale di Israele con un volume di 25 miliardi di euro all’anno a detta di ELNET stessa.
2-L’influenza UE nel Medio Oriente ha raggiunto un alto livello, tale da portare al bisogno di eliminare qualsiasi voce critica verso Israele nei piani alti delle istituzioni europee.
Fra le azioni promosse da ELNET vi sono quelle dell’adozione da parte di ogni Stato Europeo delle definizione dell’IHRA, l’Alleanza Internazionale della memoria dell’Olocausto, che la stessa Commissione Europa definisce come legalmente e giuridicamente non-vincolanti, peccato che ELNET miri alla accettazione di fatto di queste definizioni. Definizioni che se da un lato in larga misura sono importanti e legittime dall’altro in alcuni punti chiave sono fortemente politicizzate definendo ad esempio le critiche alla legittimità di Israele come antisemitismo tout court. L’Italia ha adottato nel 2020 le definizione dell’IHRA.
ELNET vuole influenzare i portatori di interessi anche grazie alla leva economica e in pratica lo fa tramite l’ELNET Business Club, che formalmente non fa parte dell’organizzazione ma è che in realtà ha un vincolo molto forte. Il Business Club realizza lavori di “consulenza” per fare attrarre con soldi e prospettive di profitto chi cooperi con la missione di ELNET.
Di recente ELTE ha già iniziato a portare in Israele profili di alto livello nel quadro degli “scambi di idee e visite religiose” incluso vari legislatori Europei (36 francesi ad esempio). ELNET descrive in questo modo l’incontro coi 36 legislatori europei:
“[i partecipanti sono stati] Il primo ministro israeliano Naftali Bennett, il presidente Isaac Herzog, il presidente del Parlamento Israeliano Michael Levy e il capo dell’opposizione Benjamin Netanyahu. La visita ha incluso visite a Yad Vashem, ai luoghi santi di Gerusalemme e al confine meridionale di Israele con Gaza, nonché una visita a una batteria di difesa aerea Iron Dome e incontri con funzionari locali, tra cui il sindaco di Sderot. Il professor Ran Balicer, capo del comitato consultivo israeliano sul COVID-19, ha informato i legislatori sulla campagna di vaccini a livello mondiale di Israele e sugli sforzi per combattere la pandemia.”
ELNET giustifica il suo lavoro parlando di una fantomatica urgenza e del bisogno immediato di rafforzare il ruolo di Israele anche in una chiave anti-islamica parlando di rischi per Israele derivanti dall’immigrazione di musulmani, quindi anti-sionisti, in Europa.
Per fugare ogni dubbio in merito alla portata di questa organizzazione appare utile mostrare quali Partner questa sedicente no-profit sia riuscita ad adescare. Questi provengono principalmente dal settore della difesa e dell’intelligence europeo come il Ministero Federale Tedesco della Difesa ed altri.
Ma quando nasce ELNET e come mai nessuno ha mai parlato di quella che viene definita come l’AIPAC d’Europa? Il motivo deriva semplicemente dal fatto che la stessa ELNET vuole mantenere un basso profilo mentre si radica in Europa. Emblematiche sono le parole del famoso media outlet ebraico Forward che in un articolo del 2008 scritto da Nathan Guttmann intitolato “Il nuovo gruppo europeo pro-Israele punta al basso profilo” descriveva in questo modo inquietante ELNET:
“Contrariamente alla tradizione americana di evidenziare i contributi ai politici e alle cause pubbliche, molti europei preferiscono mantenere una separazione tra denaro e politica, almeno formalmente. Questa separazione tradizionale ha ostacolato gli sforzi di advocacy pro-Israele in passato, poiché i finanziamenti sono stati più difficili da trovare in Europa.”
E ancora:“Gli europei non sono così aperti all’idea”, ha detto Eliaz. “Si sentono a disagio nel dare soldi per la difesa politica”.
“Tali considerazioni pesano poco sulle menti dei donatori ebrei americani, ed è a loro che Elnet si sta rivolgendo per chiedere aiuto nel promuovere gli sforzi per potenziare i leader locali pro-Israele e per educare gli europei alla difesa politica.”
“Se ognuno dei gruppi come il nostro che lavorano in Europa avesse il 10% del budget che la lobby pro-Israele ha negli Stati Uniti, potremmo cambiare il mondo”, ha detto Eliaz. “Potremmo cambiare la politica europea e renderla più cooperativa sui nostri problemi”.
Eliaz, 33 anni, divide il suo tempo tra Israele e Bruxelles, dove si trova il quartier generale di ELNET. Il suo primo assaggio di attività filo-israeliana è stato negli uffici dell’Aipac a Washington, dove si è occupato di questioni europee. In seguito ha lavorato presso il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano come specialista in Europa.”
La ciliegina sulla torta deriva proprio dal fatto che il capo di ELNET nel primo importante anno di vita della sedicente no-profit nel 2007 era Raanan Eliaz, che si è occupato prima di affari Europei presso l’AIPAC e poi al Consiglio di Sicurezza Nazionale Israeliano. Ad oggi, non soprende trovare nel ruolo di Direttore Delegato (CEO) Shay Bazak, con 25 anni di esperienza nella diplomazia israeliana, Shani Aharon Busin capo d’ufficio di ELNET ed ex capo ufficio dell’ambasciatore israeliano in Francia, e molti altri personaggi di alto livello che poco hanno a che fare col settore no-profit.
Inutile sottolineare quanto grave sia l’operato di ELNET che appare come la longa manus della politica israeliana travestita da ONG. Gli obiettivi di questo pseudo-ministero israeliano in Europa sono totalmente governativi e geopolitici, con una componente colonialista ed islamofoba
Viste le leggi europee in merito ai finanziamenti ai politici, urge massima trasparenza in merito all’operato di ELNET e della gestione delle sue finanze dirette ed eventualmente indirette, come si addice ad ogni no-profit in suolo europeo.
L’invito ai governi europei ed alle istituzioni UE oltre che ai vari media e gruppi di attivisti no-profit è in conclusione quello di portare alla luce le molte aree di ombre in merito ad ELNET ed al suo operato in suolo europeo ed in Israele con i nostri legislatori.
Per concludere, ecco ad oggi gli inquietanti numeri di ELNET: