Domenica 5 dicembre si terrà un seminario dal titolo “La Rinascita della Umma” ce ne parla Abed Elbakki Rtaib, fondatore del progetto Strong Believer ed organizzatore dell’evento.
In un’epoca in cui la comunità islamica nel mondo sembra versare in condizioni molto critiche, c’è chi parla di rinascita della Umma.
Si tratta di un tema su cui c’è un acceso e proficuo dibattito nel mondo islamico e arabo (nahdatu al’umma), ma poco affrontato nelle iniziative dei musulmani del nostro paese. Abbiamo quindi deciso di intervistare Abed Elbakki Rtaib, il fondatore del progetto Strong Believer, un’iniziativa italiana che dal 2019 lavora attorno al tema della rinascita della Umma.
Cosa si intende per rinascita della Umma?
Quando il Profeta Muhammad (s) morì, la comunità islamica, la Umma appunto, ha continuato a crescere e prosperare. In questo processo di crescita, di progresso, di miglioramento, ci sono state delle battute d’arresto, ma il trend è stato rialzista per diversi secoli. Tant’è che tanti storici ritengono che per molto tempo quella islamica fosse la civiltà più avanzata e potente del mondo. Questo fino a circa 400 anni fa. Poi cominciò un lento ma inesorabile declino.
Il secolo scorso è caduto l’Impero Ottomano, l’entità che rappresentava la Umma nel mondo. Qualche decennio dopo i musulmani hanno perso Gerusalemme. Questo ha portato a una scossa nel mondo islamico. La conseguenza di questo grave evento è stata la presa di coscienza da parte del mondo musulmano che è necessario cambiare rotta. Fu così che cominciò quel processo chiamato “assahwa al’islamia”, ovvero il risveglio islamico. Nel tempo si sviluppò – in maniera più o meno spontanea – una branca del pensiero islamico contemporaneo che si occupa del tema della rinascita della Umma, in cui si fanno analisi e si cercano soluzioni concrete ai vari temi che tengono la Umma arretrata.
Quali esempi di soluzioni vengono proposte?
Le risposte sono variegate. C’è chi parla del fatto che siamo rimasti indietro perché abbiamo perso il contatto con la spiritualità. C’è chi vede nel ritorno alla tradizione sapienziale la soluzione a tutti i problemi. C’è chi invece pensa che la risposta sta nella politica. E altri pensano che la chiave sia il pensiero. Ci sono inoltre delle correnti che invece ripongono tutte le speranze nella libertà in generale e nell’emancipazione della donna in particolare. Insomma, ognuno propone la sua.
E quali pensi siano le soluzioni più efficaci?
Io penso che nessuna di queste proposte possa essere ritenuta sbagliata. Abbiamo bisogno di lavorare su tutti i fronti.
Tuttavia queste soluzioni sono parziali. Negli ultimi 10 anni mi sono concentrato sullo studio delle diverse idee in circolazione. E ho provato a proporre una sintesi, che sto cercando di divulgare attraverso il progetto Strong Believer. L’analisi è semplice e complessa allo stesso tempo.
Banalmente l’idea che portiamo avanti è che la Umma è debole perché i credenti sono deboli. Per diventare una Umma forte,è necessario forgiare una generazione di credenti forti. Il Profeta Muhammad (s) disse in un famoso detto: “Il credente forte è migliore e più amato da Allah del credente debole”.
Chi è il credente forte? E cosa si intende per una Umma forte?
Come dicevo, dire che la Umma sarà forte quando i suoi membri, i credenti, saranno forti, è un’analisi sulla quale difficilmente si può non essere d’accordo. E’ semplice e diretta. Invece rispondere alla domanda “chi è il credente forte?” e “come si definisce una Umma forte?”…beh, questa è la parte complessa. Provo a dare delle risposte brevi.
Il credente forte è un musulmano che ha 3 caratteristiche: ha una forte connessione con Dio; ha una comprensione della religione autentica e potenziante; è in grado di lasciare un impatto e contribuire alla rinascita della Umma..
La risposta lunga verrà spiegata nei seminari.
Per quanto riguarda invece la definizione di Umma forte, provo anche qui a dare una risposta breve.
Una Umma forte è una comunità che: è in grado di autodeterminarsi; è una guida per l’umanità dal punto di vista culturale e valoriale; è una guida per l’umanità dal punto di vista del progresso materiale. La risposta lunga in sha’a Allah la vedremo anche qui nei seminari.
Parlaci di più di questi seminari.
E’ da 2 anni che con il progetto Strong Believer portiamo avanti diverse iniziative per divulgare queste idee e aumentare il livello di consapevolezza della nostra comunità.
Tuttavia l’abbiamo fatto in maniera frammentata. E chi si è unito al progetto più recentemente fa fatica a comprendere a fondo il disegno completo.
Per cui abbiamo deciso di organizzare una serie di seminari in cui raccogliamo tutte le idee che stiamo portando avanti. E il 5 Dicembre alle 18.00 partiamo con il primo appuntamento, intitolato “La rinascita della Umma”. Poi pian piano affronteremo tutto ciò che ci gira attorno. Saranno seminari online e gratuiti.
Sono seminari per tutti o solo per specializzati? A chi si rivolgono?
Sono seminari rivolti a tutti quei musulmani che hanno a cuore le condizioni della comunità e che in un modo o nell’altro vorrebbero essere protagonisti nel miglioramento della situazione della Umma. L’approccio sarà divulgativo ed eviteremo di parlare in “accademichese”. Per troppo tempo un certo tipo di idee sono circolate solo in alcuni ambienti intellettuali.
E in maniera più o meno consapevole si sono snobbati coloro che non fanno parte di questi ambienti.
Ritengo che sia un grosso errore. Rimanere a discutere nei salotti intellettuali di questi temi è importante, per forgiare idee sempre più robuste, ma poi per la rinascita della Umma è richiesta azione. E affinché ci sia azione, bisogna divulgare il più possibile queste idee per coinvolgere una parte di Umma sempre più grande. Più musulmani passeranno all’azione, più il miglioramento sarà veloce. Quindi i seminari non sono rivolti solo a specializzati. Questo non significa “banalizzare”.
Nel seminario tratteremo il tema da un punto di vista storico, analizzeremo il presente e parleremo di alcuni scenari futuri possibili.
Esporremo diversi punti di vista che i pensatori hanno proposto nel dibattito sul tema. Infine cercheremo di dare un risvolto pratico all’argomento, cercando di rispondere alla domanda “cosa può fare concretamente ognuno di noi per contribuire alla rinascita della Umma?”.
Proporremo delle risposte a questa domanda cercando di evitare un approccio da “contributi simbolici”, bensì analizzando le soluzioni più fattibili e allo stesso tempo efficaci e di impatto, che possono portare la nostra comunità in pochi anni a un livello superiore.
Quindi cercheremo di essere esaustivi, di non perdere profondità, ma usando un linguaggio comprensibile anche dai non addetti ai lavori. E soprattutto cercheremo di divulgare un approccio pratico. Perché la Umma non potrà rinascere solo a parole. Serve azione e concretezza.