All’indomani della rivoluzione Ucraina del 2013 il Paese ha visto l’emergere di vari gruppi di milizie e fra queste quella che in questi mesi ha fatto più discutere è la milizia Azov fondata nel Maggio del 2014 da Andriy Biletsky. L’importanza di questo movimento non è da poco visto che una delle motivazioni citate dalla Russia per l’attacco è stata proprio l’emergere di tendenze definite come “naziste” con espliciti riferimenti in merito a ciò proprio al movimento Azov (Gotev, 2022).
La velocità dei cambiamenti in Ucraina all’indomani della rivoluzione chiamata Euromaydan ha reso difficile il compito degli esperti di analizzare in modo chiaro la realtà sociale e politica. Il flusso di informazioni veritiere è difficile da carpire in quanto queste informazioni si sono viste costrette a passare attraverso il filtro della propaganda principalmente Russa o Ucraina ed oggi anche quella Occidentale.
Una delle ragioni della nascita delle milizie paramilitari ucraine è stata l’incapacità del governo e dell’esercito Ucraino di competere con la Russia. Le prime operazioni militari compiute da queste milizie dal 2014 sono state quelle contro i separatisti del Dombas supportati dalla Russia. Sebbene molte di queste milizie sono state integrate all’interno della struttura militare statale, alcune mantengono elementi di autonomia rispetto allo Stato. Incidentalmente queste sono le stesse che hanno più forti elementi di nazionalismo radicale, in questo contesto la milizia Azov è degna di un interesse particolare presentata nei media Occidentali sotto una luce relativamente neutrale e spesso anche positiva. I suoi membri vengono infatti descritti in alcuni casi come eroi e come i protagonisti della resistenza anti-Russa da supportare dal blocco Occidentale (Brera, 2022).
La rappresentazione della brigata Azov come gruppo di resistenza eroico è giustificata o meno? Rispondere a al quesito non è l’oggetto di questo articolo nonostante la forte rilevanza politica nel dibattito internazionale e nazionale in Italia. Certo è che, almeno sulla carta, il supporto Occidentale non è senza condizioni e la narrazione politica infatti ha investito molto sulla narrazione di Ucraina come bastione della democrazia contro il “regime anti-democratico” russo.
Discutere dunque delle posizioni politiche di movimenti come Azov, protagonisti del conflitto Russo-Ucraino, così come dei simboli da loro adottati ed in generale della componente ideologica che guida il gruppo, può essere utile a notare la complessità del conflitto e promuovere un avvicinamento delle parti verso una narrazione pacifista e di soluzione diplomatica piuttosto che una posizione bellicista, che ad oggi ha sortito l’effetto opposto di quello desiderato. Perchè la Russia è indebolita sì ma tutto fuorché in ginocchio, mentre l’Ucraina si trova in difficoltà la montagna di armi Occidentali la sta trasformando sempre più una polveriera.
I ruoli politici di spicco ottenuti da alcuni membri della leadership di Azov e la formazione di un’ala politica della milizia Azov nonostante le posizioni pro-fasciste e accompagnate da un crescente supporto popolare sono da contestualizzare in un’ottica di tensioni crescenti nei confronti della Russia. La narrazione della minaccia esterna ha contribuito non poco a rendere sempre più legittimo il movimento Azov non solo nonostante le loro posizioni ma anche grazie alle loro posizioni che con la loro narrazione militarista e nazionalista hanno soddisfatto le paure e le insicurezze della popolazione (Walker, 2014).
Dall’inizio del conflitto nel Dombass nel 2014, il successo politico dei movimenti di estrema destra fu molto limitato così come la loro presenza fra le file dei combattenti Ucraini impiegati nell’operazione militare nell’Est del Paese che non raggiungeva il 10% del totale delle truppe impiegate (Umland, 2019).
Fu il ministro degli Interni Arsen Avakov ad iniziare a promuovere la creazione di milizie volontarie con l’intenzione di inserirle in seguito all’esercito statale. Questa tendenza si diffuse poi agli altri organi di sicurezza ucraini incluso il Ministero della difesa. Al 2014 il numero dei battaglioni delle milizie dei volontari, fra cui vi era la brigata Azov, era 38 e di queste ben 10 erano finanziate dall’oligarca ucraino-ebreo Kolomoys’kyy (Umland, 2019).
Ma come nasce la brigata Azov? Verso la fine della rivoluzione Euromaydan l’allora deputato e leader del Partito radicale Oleh Lyashko avanza assieme ad altri deputati una proposta per concedere l’amnistia totale ai prigionieri politici. La proposta di amnistia passò e fra i prigionieri liberati vi erano coloro che avrebbero formato il nucleo della brigata Azov: i terroristi di Vasyl’kiv Ihor Mosiychuk, Serhiy Bevz e Volodymyr Shpara arrestati fra le altre cose perché pianificarono di far saltare una bomba nella città di Boryspil per distruggere la statua di Lenin, di preparare un attacco terroristico e di aver trafficato illegalmente armi ed esplosivi, e con loro furono liberati anche i loro stretti collaboratori Andriy Bilets’kyy e Oleh Odnorozhenko. (Interfax-Ukraine, 2011) (Umland, 2019)
Umland riporta l’analisi dell’investigatore sull’estremismo post-sovietico Likhachev che a sua volta documentò le posizioni neo-naziste di uno di questi leader che sarebbe diventato comandante Azov, Bilets’kyy:
Come è noto, si può ripristinare quasi tutto: l’economia, l’ordine nelle strade, la demografia, un esercito e una marina forti, armi nucleari, ma l’unica cosa che non può essere ripristinata è la purezza del sangue. […] Il nazionalismo sociale ucraino crede che la nazione ucraina [sic] sia una comunità razziale e basata sul sangue… La razza è tutto per la naziogenesi. La razza è il fondamento su cui si sviluppa una sovrastruttura nella forma di una cultura nazionale, che di nuovo deriva dalla natura razziale delle persone, e non dalla lingua, religione, economia ecc.. (Umland, 2019).
Confrontato con queste affermazioni Bilets’kyy negò di averle fatte ma Umland stesso rimarca che un ricercatore ed esperto come Likhachev non avrebbe citato falsamente affermazioni del genere e definisce inconcepibile che questo possa essere avvenuto.
Quanto ad un altro dei terroristi di Vasyl’kiv, Mosiychuk, egli ebbe il ruolo di segretario stampa della brigata Azov ottenne il ruolo di rappresentante locale di Vasil’kiv sotto il controllo di Ivashchenko che con l’aiuto di fascisti a lui leali avrebbe truccato le elezioni del 2010 ottenendo il controllo della città. Nella sua scalata al potere politico Mosiychuk arrivò a divenire parlamentare all’interno del partito Verkhovna Rada diretto dal radicale Lyashko.
Quanto al terzo dei terroristi, Odnorozhenko, egli fu vice-comandante degli affari politici del battaglione Azov ed il ricercator Likhachev riporta che Odnorozhenko avrebbe affermato posizioni fortemente neo-naziste:
La limitazione e il controllo saranno attuati su tutti i gruppi etno-razziali stranieri e seguiti dalla deportazione nelle loro terre d’origine storiche. Sulla base del fatto che noi nazionalisti sociali consideriamo le cosiddette “razze umane” come specie biologiche separate, e l’essere umano intelligente (Homo Sapiens), in senso biologico, solo la Razza Europea Bianca [sic] (esclusa la nozione delle cosiddette “europeidi del sud”, ovvero le razze mediterranee, caucasiche, del Pamir-Fergana o di altre razze biologicamente diverse dalla nostra specie biologica) e riteniamo nostro principale dovere prevenire qualsiasi tipo di contatto interrazziale (tra specie) che porti alla mescolanza interrazziale (tra specie) e, infine, alla morte della Razza Bianca (Umland, 2019).
Nel 2014 a Kharkiv, attivisti ultra-nazionalisti diretti proprio da Bilets’kyy si scontrarono con attivisti appartenenti al movimento separatista e di questi due furono uccisici dagli ultra-nazionalisti con armi da fuoco fomentando i separatisti pro-russi e permettendo al Kremlino di giustificare la necessità di operazioni militari nell’Est dell’Ucraina.
Il gruppo di ultra-nazionalisti si sarebbe organizzato col il nome di “piccoli uomini neri” e avrebbe dichiarato di voler combattere in Crimea per impedire l’annessione da parte della Russia. Questo movimento si sarebbe trasformato nella brigata Azov col il supporto ed il finanziamento del radicale nazionalista Lyashko ed altri. Il battaglione si forma ufficialmente a sud-est della città di Berdyan’sk vicino il mare Azov il 5 Maggio 2014 che sarebbe stato definito due anni dopo la sua formazione da Anton Herashchenko, un consigliere ufficiale del Ministro degli Interni dell’Ucraina, come “leggendario ed eroico”. Umland riporta la lunga narrazione di Herashckenko che parla di come la Difesa Ucraina era in difficoltà nello sconfiggere i separatisti e di come l’arrivo della brigata Azov fu il Deux ex Machina. Nel 2014, racconta Herashchenko, Bilets’kyy e Odnorozhenko proposero un’operazione di “espulsione” dei separatisti che avevano il controllo di Mariupol (Umland 2019):
Insomma, è stata presa la decisione di sostenere l’iniziativa dei ragazzi e tentare di liberare un’altra città del Donbas, strategicamente importante, dal contagio separatista diffuso da Mosca (Umland, 2019).
In seguito all’operazione, il movimento ottenne il riconoscimento ufficiale come associato al servizio di Guardia di pattuglia e lo stesso Herashchenko sottolinea il ruolo vitale che Oleh Lyashko ebbe nella creazione della brigata. L’emblema della brigata Azov inizia a divenire sempre più conosciuto con le lettere “I” ed “N” che stanno per “Idea di Nazione” sovrapposte una sull’altra in riferimento al Wolfsangel usato dalle SS durante la seconda guerra mondiale. La componente neo-nazista della brigata Azov è difficilmente negabile e Bilets’kyy stesso sottolineò che l’anima del movimento era e sarebbe sempre rimasta attaccata all’ideologia di estrema destra. Il fattore neo-nazista della brigata era tale che famigerati neonazisti russi come Roman Zheleznev Aleksei Kozhemyakin, Aleksandr Parinov affiliati anche al più famigerato movimento neo-nazista russo BORN si avvicinarono ad esso (Mirovalev, 2015).
Nel frattempo gli impegni militari della brigata portarono al graduale successo politico di alcuni dei suoi leader. Lyashko e Mosiychuk era in parlamento così come Bilets’kyy che fu promosso anche a luogotenente. Azov era considerata parte dell’infrastruttura statale a tutti gli effetti e gradualmente sempre più membri di spicco dello scenario di estrema destra ucraino ottennero ruoli di leadership politica nel paese.
Il portavoce della brigata al 2015 Andriy Diachenko ammise che il movimento conteneva già allora una consistente fetta di aderenti apertamente nazisti pari a circa il 20% dell’intera brigata (al-Jazeera, 2022) e nonostante Diachenko avesse sottolineato che questo non significava che il movimento nella sua interezza era da considerarsi nazista, il nazismo è sicuramente tollerato.
D’altro canto il curriculum sul terreno della brigata Azov sul terreno presenti forti problematiche. Il report pubblicato nel 2016 dall’ Ufficio delle Nazioni Unite dell’Alto Commissario per i diritti umani (OCHA) analizzò la situazione dei diritti umani in Ucraina nel biennio 2015-2016 denunciando alcuni crimini di guerra commessi dalla brigata Azov (ONU, 2016).
La vicinanza al neo-nazismo della brigata Azov appare come difficilmente negabile così come ancora meno negabile è l’attaccamento della brigata all’ideologia dell’estrema destra. Il fatto che oggi questo movimento venga lodato dai media e dalla politica europea ed italiana su tutto lo spettro da destra e sinistra (salvo rare eccezioni) è un fatto interessante. La narrazione in questo contesto nei media mainstream occidentali e più in particolare quelli italiani non ha neanche supportato la brigata Azov in un’ottica del “nemico del mio nemico è mio amico” ma più in un’ottica positiva. La brigata Azov viene oggi raffigurata come il bello e maledetto che è caratterizzato da “qualche problema” trascurabile rispetto al nemico russo. Un’analisi dei fatti più nel dettaglio mostra che la realtà è più complessa e che il bisogno di creare una narrazione mediatica e politica in chiave anti-russa in tempi brevi abbia portato a goffe e gravi mistificazioni che stanno avvelenando il dibattito pubblico e l’informazione mediatica.
Il risultato di queste mistificazioni è ad oggi un dibattito polarizzato ed in favore di una posizione bellicista da un establishment che attivamente tenta di soffocare le voci critiche espresse in Italia e altrove da vari studiosi, opinionisti e leader politici che vengono oggi tacciati di essere filo-putiniani per non essere allineati. Un focus su una analisi più accurata dei fatti sul terreno è invece più auspicabile per permettere un sano dibattito che tenga a mente gli interessi nazionali ed Europei, la promozione della pace e la risoluzione del conflitto, e che contribuisca a mostrare che l’Italia, l’Europa e l’Occidente sono pronti a redimersi dai gravi errori compiuti fino ad ora dall’inizio del secolo in politica estera e che ha portato a centinaia di migliaia di morti con le sue scellerate scelte in particolare in medio-oriente.
Solo riparando con umiltà l’immagine politica fortemente danneggiata si potrà auspicare una coerente e bilanciata soluzione che possa mettere fine al conflitto fra Russia ed Ucraina e che possa sancire l’inizio di una nuova era nella politica internazionale.
Riferimenti:
Al-Jazeera (2022), Who are the Azov regiment, https://www.aljazeera.com/news/2022/3/1/who-are-the-azov-regiment accesso 07/05/2022.
Brera P. (2022), Ultrà della Dinamo Kiev, al fronte contro i russi come il nonno: chi è il comandante Denis Prokopenko, l'”eroe” del discusso Reggimento Azov, La Repubblica, https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/05/news/denys_prokopenko_redis_azov_guerra_ucraina_russia_mariupol_azovstal-348221867/ accesso 05/05/2022.
Gotev G. (2022), Russia says Israel supports neo-Nazis in row over Ukraine, https://www.euractiv.com/section/global-europe/news/russia-says-israel-supports-neo-nazis-in-row-over-ukraine/ accesso 07/05/2022.
Interfax-Ukraine, SBU opens criminal case against ‘Vasylkiv terrorists’, Interfax-Ukraine news agency, https://en.interfax.com.ua/news/general/77439.html accesso 07/05/2022
Mirovalev M. (2015), Behind Russia’s ultra-nationalist crackdown, https://www.aljazeera.com/features/2015/9/23/behind-russias-ultra-nationalist-crackdown accesso 07/05/2022.
ONU (2016), Report on the human rights situation in Ukraine 16 November 2015 to 15 February 2016, https://www.ohchr.org/sites/default/files/Documents/Countries/UA/Ukraine_13th_HRMMU_Report_3March2016.pdf .
Saul D. (2022), Russia-Ukraine War’s Mounting Death Toll: Latest Estimates Suggest Russian Troops Have Been Hit Harder, https://www.forbes.com/sites/dereksaul/2022/04/26/russia-ukraine-wars-mounting-death-toll-latest-estimates-suggest-russian-troops-have-been-hit-harder/ accesso 07/05/2022.
Umland A. (2019), Irregular Militias and Radical Nationalism in Post-Euromaydan Ukraine: The Prehistory and Emergence of the “Azov” Battalion in 2014, Terrorism and Political Violence, 31:1, 105-131, DOI: 10.1080/09546553.2018.1555974. https://www.researchgate.net/publication/331360561_Irregular_Militias_and_Radical_Nationalism_in_Post-Euromaydan_Ukraine_The_Prehistory_and_Emergence_of_the_Azov_Battalion_in_2014 accesso 07/05/2022
Walker S. (2014), Azov fighters are Ukraine’s greatest weapon and may be its greatest threat, https://www.theguardian.com/world/2014/sep/10/azov-far-right-fighters-ukraine-neo-nazis accesso 07/05/2022.