Fin dalla conquista ottomana di Istanbul nel 1453, l’impero turco ha costruito molte moschee (da Fatih, a Suleymaniye e Sultanahmet) consolidando la propria identità islamica nella città.
Istanbul è una città ricca di storia, costellata di grandiosi monumenti ed edifici iconici, testimoni di un passato glorioso.
Situata sullo stretto del Bosforo, per millenni Istanbul ha attirato re e popolani, principi e poveri, mercanti e imprenditori da tutto il mondo, tutti attratti dalla bella e fiorente città.
Tra i capolavori architettonici più belli di Istanbul, la maggior parte dei quali costruiti o ristrutturati dai conquistatori turco-musulmani della città, gli Ottomani, alcune moschee si sono distinte per il loro aspetto suggestivo, resistendo alle devastazioni del tempo e alle forze distruttive della natura nel corso dei secoli.
Oltre ad ipnotizzare i visitatori con il prodigio architettonico e con la presenza maestosa, attraggono anche per la loro ricca storia.
“Si tratta di strutture molto accurate”, afferma lo storico dell’arte Hayri Fehmi Yilmaz, riferendosi al modo in cui le moschee di Istanbul sono state progettate ed edificate dai loro costruttori ottomani.
Queste moschee sono il prodotto finale del lavoro di architetti e artisti, dagli scalpellini ai calligrafi fino ai maestri piastrellai, che lavoravano in squadra per progettare e costruire queste strutture iconiche, dice Yilmaz.
“Le moschee ottomane erano luoghi nei quali veniva rappresentata la civiltà ottomana”, spiega Yilmaz a TRT World. “Il panorama odierno di Istanbul è costituito da queste moschee”, aggiunge.
Vediamo le dieci moschee ottomane di Istanbul con i loro caratteri distintivi.
Ayasofya
Ayasofya, nota anche come Hagia Sophia, è stata la prima moschea della Istanbul ottomana, che in origine era la più grande chiesa della città costruita dall’imperatore romano Giustiniano I nel 537 d.C.. Quando gli Ottomani conquistarono Costantinopoli, l’antico nome romano di Istanbul dal nome del suo fondatore, l’imperatore romano Costantino I, convertirono Ayasofya in una moschea, nel 1453.
Per quasi 500 anni, Ayasofya è stata la principale moschea imperiale degli Ottomani. Sotto la Repubblica di Turchia, dagli anni ’30 al 2020, Ayasofya è stata trasformata in un museo. Due anni fa, l’attuale governo turco ha riconvertito la meraviglia architettonica in moschea.
Fino al completamento della cattedrale cattolica di Siviglia nel 1520, la cupola di Ayasofya aveva il primato di essere la più grande al mondo.
Ma secondo molti esperti, se i governanti ottomani non fossero intervenuti, la cupola di Ayasofya non sarebbe sopravvissuta a lungo. Nel XVI secolo, infatti, affidarono al loro architetto capo Mimar Sinan, il più abile costruttore dell’epoca ottomana, il compito di fortificare le magnifiche mura di Ayasofya, per garantire che la sua cupola rimanesse in piedi nei secoli a venire.
Fatih
La moschea prende il nome dal suo committente, Mehmet II, chiamato anche il Conquistatore (Fatih in turco) per la sua conquista di Istanbul. La moschea è una delle prime costruite nella città ed era un importante progetto monumentale ottomano la cui struttura comprendeva dipartimenti religiosi e sociali. (Il primo complesso-moschea di Istanbul costruito dagli Ottomani è quello di Eyup Sultan, costruito in un’area dove si ritiene sia stato sepolto Abu Ayyup al-Ansari, uno dei compagni del Profeta Muhammad).
La struttura complessa della moschea, chiamata kulliye in turco ottomano, fu anche un’idea voluta da Mehmet il Conquistatore per trasformare la vecchia Costantinopoli cristiana in una capitale musulmana, Istanbul. Molti altri governanti ottomani seguirono le orme del Conquistatore, costruendo altre moschee e scuole islamiche, le madrase, che diedero un carattere islamico a una città un tempo cristiana.
La moschea fu costruita sul luogo di sepoltura del fondatore della città, Costantino, dove sorgeva l’antica chiesa bizantina dei Santi Apostoli. Il sovrano ottomano fu sepolto nel complesso della sua moschea, vicino al luogo dove era sepolto Costantino.
La moschea fu riparata più volte dopo i terremoti del 1509, 1557 e 1754, ma il terremoto del 1776 ne distrusse la cupola e le pareti, costringendo gli Ottomani a ricostruirla con una differente progettazione.
Suleymaniye
Una delle più grandi moschee di Istanbul è Suleymaniye, costruita da Suleyman I, chiamato anche Suleyman il Magnifico perché la sua epoca rappresentò il periodo di massimo splendore dell’Impero Ottomano, che con lui raggiunse l’apice della sua potenza, nel XVI secolo.
La Moschea di Suleymaniye, costruita dal genio dell’architettura ottomana Mimar Sinan, è una delle moschee più belle al mondo. Situata vicino alla sede imperiale della capitale ottomana, sul lato europeo, è stata la più grande moschea di Istanbul fino alla costruzione della Moschea di Camlica, nel 2019, sul lato asiatico della città.
Moschea di Sehzade
La moschea si chiama Sehzade, che nella struttura politica ottomana significa principe, perché è stata dedicata al figlio prediletto di Suleyman, Mehmet, morto di vaiolo in giovanissima età.
“Nella storia ottomana, non vi è stata nessun’altra moschea costruita per un principe ottomano”, dice Yilmaz, riferendosi alla moschea Sehzade, la cui architettura e i due minareti indicano che il committente è un sultano e mostrano che è stata costruita per un sovrano ancora in vita.
“In realtà questo è un monumento funebre”, afferma Gulru Necipoglu, professore turco-americano di arte e architettura islamica all’Università di Harvard, riferendosi al dolore che Suleyman il Magnifico e sua moglie, Hurrem Sultan, provarono per la perdita del loro amato figlio.
La moschea è una delle più importanti commissionate a Sinan dal sultano e uno dei suoi capolavori, che ha preannunciato le sue successive grandi opere d’arte come Suleymaniye e Selimiye, che si trova a Edirne, la precedente capitale ottomana.
“Sinan utilizzò il suo progetto architettonico della moschea di Sehzade, che assomiglia all’Ayasofya, per altri importanti progetti che portò avanti in seguito”, afferma Yilmaz, aggiungendo che ha ispirato molti altri progetti di moschee, comprese le moderne strutture di culto turche.
Il bellissimo complesso della moschea comprende scuole religiose e il mausoleo del defunto principe ottomano (turbe). La moschea ha una coppia di minareti (torri della moschea) con due gallerie, una struttura eccezionale utilizzata da Sinan solo per le moschee dei sultani.
La Moschea Blu (Sultano Ahmed)
Un’altra grande struttura religiosa islamica di Istanbul è la moschea del Sultano Ahmed, che prende il nome dal suo artefice, Ahmed I. Il capolavoro ottomano è anche chiamato Moschea Blu per via delle piastrelle blu che ricoprono le pareti interne della struttura, facendola diventare blu di notte.
La moschea, costruita tra il 1609 e il 1616, si trova sul sito del Grande Palazzo dei sovrani bizantini, proprio di fronte all’Ayasofya e al Palazzo Topkapi, residenza dei sultani ottomani. Ha sei minareti, cosa che nessun’altra moschea ottomana possiede.
Ahmed I era insolitamente giovane quando decise di costruire la moschea, mentre di solito i sultani posticipavano i loro progetti di moschee a quando fossero stati più anziani, secondo Yilmaz. “È una cosa alla quale non abbiamo mai assistito, né nella storia ottomana né in quella mondiale”, dice Yilmaz.
“Ahmed I non era famoso per le sue spedizioni vittoriose, ma era un sultano emotivo e religioso. Essendo profondamente devoto, voleva costruire un edificio come questo. Nonostante l’opposizione di alcuni giuristi religiosi, egli insistette comunque per costruirlo”, racconta.
A differenza di molte altre strutture antiche, i documenti relativi al processo di costruzione e alle attrezzature della Moschea del Sultano Ahmed sono quasi completamente intatti, il che fa sì che gli storici dell’arte possano comprendere perfettamente la sua storia ingegneristica, dice Yilmaz.
Kilic Ali Pasha
La struttura religiosa fu commissionata da Kilic Ali Pasha, uno dei più grandi ammiragli ottomani, che desiderava costruire una moschea nell’attuale quartiere di Besiktas, il cui porto fungeva da quartier generale della vecchia marina ottomana.
Kilic Ali Pasha, un soldato ottomano di origine italiana, era molto interessato alla costruzione di una struttura religiosa, ma alla fine del XVI secolo vi erano già troppe moschee a Istanbul; pertanto, era poco lo spazio libero rimasto nel quale poter trovare una buona posizione per costruire il suo complesso.
“I governanti ottomani erano molto attenti ai luoghi nei quali costruire una moschea. Il terreno doveva essere considerato proprietà halal (lecita). Di conseguenza, secondo una narrazione, il sultano ottomano gli disse di ‘costruire senza toccare la proprietà di nessuno'”, racconta Yilmaz.
Secondo altri racconti, Murad III, il sultano ottomano dell’epoca, diede a Kilic Ali Pasha il permesso di costruire, dicendo la famosa frase “visto che è un ammiraglio, che costruisca la sua moschea sul mare”.
In condizioni difficili, un determinato Kilic Ali Pasha non cedette, portando tonnellate di rocce dalle zone circostanti, allo scopo di costruire un’isola artificiale, sulle rive di Tophane, un quartiere di Besiktas, collegando l’area marina piena di rocce con la terraferma, per potervi costruire la sua moschea.
Il complesso di Kilic Ali Pasha, che un tempo ospitò anche lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, autore del classico Don Chisciotte, come prigioniero di guerra dell’ammiraglio, fu costruito da Sinan, che all’epoca della commissione aveva 90 anni, rendendolo quindi uno dei suoi ultimi capolavori.
Sultano di Mihrimah
Nei vasti territori dell’impero, molte donne della dinastia ottomana, come Mihrimah Sultan, commissionarono moschee, fontane e ospedali per soddisfare le esigenze della popolazione.
La moschea, che si trova nel quartiere asiatico Uskudar di Istanbul, vicino al lungomare, prende il nome dal suo committente, Mihrimah Sultan, la figlia di Suleyman il Magnifico e moglie del Gran Visir Rustem Pasha. La moschea fu costruita da Sinan nel XVI secolo.
Sokullu Mehmet Pasha
La moschea è una delle strutture più interessanti di Istanbul, costruita da Sinan su un ripido pendio per Sokullu Mehmet Pasha, uno dei più raffinati gran visir ottomani, e per sua moglie, figlia del sultano Selim II.
“La moschea di Sokullu Mehmet Pasha è talmente bella”, dice Yilmaz, riferendosi all’articolata struttura della moschea. E anche i lavori di restauro hanno avuto un grande successo. Moschee come Sokullu Mehmet Pasha sono luoghi che ti fanno uscire di casa appositamente per visitarle”, afferma.
Secondo Yilmaz, all’interno della moschea si trovano anche quattro pezzi di al-Hajaru al-Aswad (Pietra Nera). Al-Hajaru al-Aswad è la roccia sacra situata nella Ka’aba, la struttura cubica della Mecca considerata il luogo più sacro della religione islamica.
Di conseguenza, molti credono che la moschea sia sacra, spingendo ancor di più le persone a visitarla, dice lo storico dell’arte.
Moschea di Ortakoy
Questa moschea è un’altra struttura religiosa emblematica di Istanbul, situata sul lungomare del quartiere Ortakoy di Besiktas, oggi uno dei luoghi più frequentati e popolari di Istanbul. Grazie alla sua particolare posizione, i visitatori della moschea possono vedere sia gran parte del Bosforo che il Ponte dei Martiri del 15 luglio.
La moschea fu commissionata dal sultano ottomano Abdulmecid a metà del XIX secolo.
Moschea Yildiz Hamidiye
Dopo oltre quattrocento anni dalla costruzione del primo complesso di moschee ottomane ad Istanbul, Eyup, su commissione di Mehmet il Conquistatore, fu commissionata l’ultima moschea di epoca ottomana, Yildiz, da Abdul Hamid II, l’ultimo sovrano più potente dell’impero.
La moschea fu costruita a Yildiz, un quartiere della Besiktas di Istanbul, prendendo il nome sia dalla sua posizione che dal suo committente imperiale, Abdul Hamid II, che costruì un nuovo palazzo per la sua residenza nella stessa area.
Il sultano ottomano usava la moschea per le sue preghiere, rendendola moschea imperiale, e presentava caratteristiche neo-gotiche assieme ai motivi tradizionali ottomani.
Articolo di Murat Sofuoglu pubblicato su TRT World