Si potrebbe argomentare che una delle pietre miliari più importanti nella carriera del filosofo, semiologo, medievista Umberto Eco è stato il suo simposio intitolato “Ur-fascismo”.
Il simposio ebbe luogo presso la Columbia University il 25 Aprile 1995 in occasione dell’anniversario della Liberazione.
Eco fu invitato a parlare con gli studenti universitari poco dopo l’attentato di Oklahoma City da parte di terroristi neonazisti che provocò 168 morti di cui 19 bambini e 672 feriti.
In quel clima di tragedia il simposio di Eco si poneva come obiettivo la comprensione del presente e la preparazione per il futuro tramite l’analisi del passato.
Eco dunque analizzò il fascismo identificandone i tratti caratteristici per dare agli studenti gli strumenti per riconoscerlo e contrastarlo, missione quest’ultima che per Eco è da tramandare di generazione in generazione per non cadere negli orrori del secolo scorso.
L’Ur-fascismo di Eco
C’è un punto però dell’analisi di Eco che ha tratti ideologici che si potrebbero pacatamente confutare ed è quello sull’Ur-fascismo, il fascismo eterno.
Eco distingue infatti fra il fascismo duro e crudo dagli elementi che secondo lui sono fascisti ma non propriamente fascismo.
Il Fascismo con la F maiuscola per Eco è innanzitutto diverso dal nazismo perché non caratterizzato dall’assolutismo nazista né da un fondamento ideologico come con l’ubermensch del nazismo.
Il fascismo però riesce a creare un forte ethos catalizzato dalla retorica mussoliniana. Alla giovane Italia mancava (come manca ancora oggi si potrebbe argomentare) un’anima e il fascismo con la sua malleabilità e il suo essere crogiolo di contraddizioni offrì proprio questo.
Eco definisce questa situazione come una “sgangheratezza ordinata” che unita ad un basso livello culturale impedì all’Italia di opporsi culturalmente prima ancora che politicamente o militarmente.
Fin qui tutto bene. Ma è quando Eco parla del fascismo con la f minuscola che le criticità possono essere avanzate.
La critica
L’Ur-fascismo di cui parla Eco è caratterizzato dal prefisso tedesco “Ur-” con il significato più che di “eterno” di “antico, atavico, pre-“. Il suffisso ha lo scopo di aggiungere un senso di permanenza al fascismo.
L’Ur-fascismo è caratterizzato dal vitalismo fascista che vede l’azione come primaria rispetto alla riflessione. La coesione sociale è da promuovere rispetto al disaccordo. Ma a ciò Eco aggiunge anche altri elementi.
Ur-fascismo è anche nazionalismo, rifiuto delle novità, la vita come lotta continua (il contro chi rimane però problematico se non definito), attaccamento al passato e alla tradizione, il maschio visto come responsabile per la protezione della società e pronto al sacrificio a mò di eroe (che per il femminismo è mascolinità tossica). Insomma il conservatorismo e la destra in toto. Non la destra estremista, non i neofascisti, ma tutto ciò che non è progressismo.
Per Eco queste caratteristiche sono fasciste e rende il fascismo “ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili.” Per Eco bisognerebbe condurre quella che sembra una vera e propria caccia alle streghe contro questo fascismo nascosto.
“L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti.” Afferma Eco. “Il nostro dovere è di smascherare e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.”
È importante ricordare che l’argomento di Eco è rilevante ma la vaghezza sul cosa costituisca Ur-fascismo nello specifico e – ironicamente – la malleabilità del termine lo rendono esso stesso pericoloso perché manipolabile.
Vi sono fenomeni come il razzismo che vengono inseriti nella categoria Ur-fascista ma essi non possono costituire fascismo. Considerarlo tale rappresenta piuttosto una lettura a ritroso della storia.
Il conservatorismo non è fascismo
Il razzismo c’era prima del fascismo e purtroppo ci sarà dopo. L’idea di mascolinità eroica vi era prima del fascismo e ci sarà dopo. È corretto contrastare alcune di queste idee come il razzismo perché intrinsecamente irrazionali e logicamente indifendibili. Ma rendere l’intero impianto “conservatore” (per usare un termine semplicistico ma utile) non è fascismo. Esso è il sistema che racchiude una visione diversa difesa da una parte consistente della popolazione e degli intellettuali a livello non solo Occidentale ma globale.
Per questo motivo la critica del concetto di Ur-fascismo, che oggi trova la sua espressione in fenomeni come la cancel culture ed alcuni estremismi progressisti, deve essere sviluppata per evitare polarizzazioni pericolose ed ingiustificate ed essere capace di identificare in modo lucido il fascismo, una lucidità libera dall’emotività che Eco – che ha vissuto con i suoi occhi gli orrori del fascismo – forse non è riuscito a mantenere.