Mohamed Nour Dachan è un medico di origine siriana, nato ad Aleppo, si è laureato in Italia 45 anni fa, presidente emerito dell’Unione delle Comunità Islamiche Italiane, è membro del Consiglio Nazionale Siriano e fondatore di Onsur, ONG con cui ha compiuto decine di missioni umanitarie in Siria durante la guerra. Lo interpelliamo sulle recenti operazioni militari turche nel Nord-Est della Siria.
In questi giorni la Turchia ha lanciato la sua offensiva in Siria e si parla molto dei curdi siriani, storicamente com’è stata la convivenza?
Bisogna considerare che i curdi sono giunti in Siria circa otto secoli fa, la Siria è sempre stato un paese culturalmente plurale e abbiamo sempre vissuto bene con i curdi, in pace, siamo fratelli, a maggior ragione perché l’80% dei loro sono musulmani sunniti come la maggior parte dei siriani arabi.
Oggi si parla sostanzialmente di un Kurdistan siriano come se fosse un’entità statuale a se, come si è arrivati a questa situazione?
I siriani sono 23 milioni, tra quelli che vivevano in Siria prima della guerra e quelli che stavano fuori del Paese, 1.7 milioni di loro sono curdi che hanno vissuto principalmente nelle grandi città, Damasco ed Aleppo, non c’è mai stata una zona intera a maggioranza curda, ci sono delle zone rurali ad esempio nella provincia di Aleppo solo una delle 8 zone era a maggioranza curda in effetti i curdi non hanno mai accettato la proposta di riforma che avrebbe istituito le regioni perché sapevano che in nessuna sarebbero stati maggioranza.
Si ma oggi occupano una porzione consistente di territorio
A Est del fiume Eufrate c’erano 3 milioni di arabi e all’estremo Est i cristiani siriaci che sono presenti in Siria da quasi 2000 anni. Molti di loro oggi non ci sono più, sono gli effetti della guerra certo e dell’avanzata dell’ISIS, ma c’è stata una vera e propria opera prolungata e scientifica di pulizia etnica per mano delle milizie curde che in questi anni hanno espulso quasi due milioni di persone dalla zona che ora occupano. Hanno preso città che non hanno niente a che vedere con loro, che erano abitate da arabi come Raqqa e Deir El Zor, perchè? Perchè li c’è il petrolio.
Quella zona può produrre fino a 630.000 barili a giorno di greggio, una cosa grossa.
Hanno modificato gli equilibri demografici per prendersi un pezzo di Siria, per farne il loro Stato e tutto ciò con un forte sostegno di paesi stranieri.
In Europa si dice che i curdi abbiano sconfitto l’ISIS e ora siano stati abbandonati alla propria sorte.
Ci tengo a dire che molti di quelli che hanno combattuto non sono curdi siriani ma curdi iraniani, curdi iracheni, e curdi turchi più i foreign fighters dall’Europa e il comando ce l’hanno i curdi turchi, molti di loro sono mercenari e le milizie sono state addestrate ed armate come un vero esercito dagli americani, dai britannici e anche dagli italiani. Gli americani dopo molto tempo sono stati obbligati ad ammettere di aver avuto basi militari in loco, basi illegittime che violano la sovranità della Siria.
Comunque i curdi hanno combattuto contro l’ISIS ma non sono stati certo gli unici; l’ISISè stato battuto da una coalizione ampia di cui ha fatto parte la Turchia stessa e poi i curdi non sono uniti, hanno 30 partiti e non tutti condividono la visione del YPG anzi quella è una minoranza, senza contare che i curdi iracheni sono alleati della Turchia e che in Turchia stessa vivono tra i 15 e i 20 milioni di turchi che se fossero ostili al potete centrale oggi ci sarebbe la guerra civile.
Quindi, come si spiega che oggi dopo otto anni di guerra in Italia si viva questa mobilitazione contro le operazioni militari turche?
Da siriano mi risulta difficile capire e anche doloroso, sono appunto otto anni che il nostro popolo viene massacrato, parliamo di centinaia di migliaia di morti, milioni di sfollati interni e profughi all’estero, intere città sventrate dai bombardamenti.
Nessuno si è mobilitato quando i russi bombardavano, qui sono intervenuti tutti, russi, iraniani, israeliani, americani, britannici, ecc ecc, nessuno si è scandalizzato eppure la Siria è martoriata, allo stremo, urliamo nel vuoto.
In Turchia la situazione dei profughi si fa sempre più difficile da sostenere e nelle dichiarazioni di Erdogan questa operazione risponde alla necessità di ricollocare quasi un milione di persone in Siria, cosa ne pensa?
La Turchia ha fatto tanto per noi siriani, ha accolto quasi quattro milioni di profughi, in questi anni ho visitato spesso i campi turchi con i convogli di aiuti umanitari però è stato un impegno estremamente oneroso, e ora i siriani hanno il diritto al ritorno, sono favorevole quindi all’operazione che permetterà a molti siriani di tornare in territorio liberato e sicuro e non sotto il controllo del tiranno Assad.
Con l’esercito turco combatte l’Esercito Siriano Libero composto anche da curdi, l’ESL è in prima linea contro la dittatura di Assad poi ci sono anche e le milizie siriache e quelle turcomanne con i turchi.
Qualcuno potrebbe obiettare che lei parla da arabo e non tiene conto delle esigenze dei curdi.
Voglio chiarire una cosa: noi siriani siamo un popolo solo, nel Consiglio Nazionale Siriano di cui faccio parte ci sono tutti anzi, il nostro presidente è un cristiano arabo George Sabra e Abdul Basit Sida che è curdo è un membro importante del Consiglio di cui è stato anche presidente.
Cosa chiedete per il futuro della Siria?
In primis il rispetto delle risoluzioni ONU e quindi la salvaguardia della sua integrità territoriale, un governo di transizione, la liberazione di tutti i prigionieri e il ritorno a dei profughi nelle proprie case.
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