I doppi standard occidentali: la narrazione sul 7 Ottobre e il racconto del terrorismo israeliano in Libano a confronto


In questo anno di genocidio a Gaza abbiamo potuto osservare e capire ancor di più – se non era già chiaro prima – fino a dove l’impunità di Israele può arrivare. Con il cyber attacco terroristico in Libano Israele ha toccato un livello di impunità che agli occhi del mondo sembra surreale. Il regime sionista ha violato — ancora una volta — uno Stato sovrano, chiaramente volendo provocare così una reazione con il fine di dare inizio a un’escalation che porterà a una guerra regionale.

Non si può non notare anche qui il doppiopesismo che i media occidentali e il mondo politico hanno dato all’attacco terroristico israeliano in Libano e l’attacco del 7 Ottobre da parte della resistenza palestinese. Se da una parte c’è la violazione di uno Stato sovrano colpendo e uccidendo diversi civili, dall’altra parte, la rappresaglia del 7 Ottobre, non è stata altro che un’operazione di decolonizzazione. Più della metà dei 1200 israeliani morti erano soldati dell’IDF e molti dei rimanenti sono stati uccisi a causa della direttiva Hannibal. A dirlo è stato il giornale israeliano Haaretz mediante un’accuratissima indagine. La stessa Social Security Administration di Israele ha dimostrato che diverse storie orribili inizialmente raccontate ai giornalisti dai primi soccorritori e dai membri dell’IDF non riflettono persone o morti reali – in breve sono propaganda. L’IDF dal suo canto ha affermato di non poter confermare alcune delle sue stesse dichiarazioni.

L’indagine di Haaretz avrebbe dovuto suscitare una reazione da parte dei principali media ed esponenti politici che invece hanno continuato a portare avanti la medesima narrativa continuando a coprire i crimini di Israele anche contro la sua stessa “gente”. Il racconto che si continua a portare avanti in occidente è quello di dipingere l’attacco di Hamas del 7 Ottobre come uno dei “più peggiori, cruenti e violenti attentati terroristici della storia moderna” paragonabile solo al 11 Settembre, quando per la resistenza palestinese – e non solo – è un tentativo di gettare le basi e mettere fine al violento dominio israeliano sulle proprie terre.

Questa autocensura deliberata dei media statunitensi ed europei, appare come progettata sistematicamente per nascondere la verità al pubblico proponendo la solita disumanizzazione degli arabi e musulmani attraverso i quotidiani e i telegiornali cercando di insinuarsi nella coscienza del pubblico che magari non ha gli strumenti critici e l’istruzione per farsi un’idea propria, diventando così complici di questa narrativa.

Nel fronte libanese, infatti, i media internazionali si occupano solo ogni tanto della situazione di tensione al confine, le incursioni israeliane in Libano non sono né nuove né accidentali. Israele viola la sovranità libanese più volte al giorno, poiché l’esercito israeliano si infiltra in Libano anche via aerea. La stessa sera dopo aver nuovamente reiterato il cyber attacco su diversi dispositivi — causando diversi morti e centinaia di feriti — il Libano meridionale ha assistito a una raffica di violenti attacchi aerei israeliani su diverse aree di confine lanciando oltre 50 missili nell’arco di 20 minuti. Israele ha bombardato in questi giorni anche un edificio residenziale nel distretto meridionale di Dahiya a Beirut, uccidendo nove persone e ferendone altre 59, la National News Agency libanese ha riferito che almeno cinque bambini sono tra le vittime del bombardamento israeliano.

Giovedì, il Segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha giurato rappresaglie contro Israele per i cyber attacchi, affermando che il fronte di “sostegno” libanese contro Israele rimarrà attivo fino a quando non porrà fine alla sua guerra a Gaza.

Dopo l’ultimo bombardamento di ieri, la Casa Bianca ha affermato in una dichiarazione che Washington non era a conoscenza dell’intenzione di Israele di bombardare Beirut.

Il Primo Ministro del Libano ha affermato che “il bombardamento di un’area residenziale civile dimostra che Israele non dà importanza agli imperativi umani, legali o morali”.

Naturalmente, c’è anche una componente strategica nelle continue violazioni della sovranità libanese da parte di Israele. Hezbollah infatti rimane la minaccia più vicina per Israele. Netanyahu ha spinto aggressivamente per un conflitto più ampio contro Hezbollah, l’Iran e i loro alleati.

Sia che Israele intenda terrorizzare i civili, raccogliere informazioni o provocare una reazione da parte di Hezbollah, rimane il fatto che le violazioni israeliane della sovranità libanese sono una forma di violenza che colpisce centinaia se non milioni di civili ogni giorno, in particolare il sud del paese, e che con il recente cyber-massacro dei cercapersone si configura come terrorismo.

Crediti immagine copertina: Anwar Amro/AFP, Getty Images