A una suora è stato rifiutato un posto in una casa di riposo a Vesoul (Alta Saona) perché indossa il velo e l’abito, la notizia è stata riportata oggi dall’emittente francese France Bleu Besançon.
La suora ha passato tutta la sua vita in un convento. Nell’ottobre 2018, a più di 70 anni, ha deciso, a causa della vecchiaia, di tornare nella sua regione di origine, nell’Alta Saona è entrata in contatto con il “Foyer logement” di Vesoul, una struttura gestita dal Centro Comunale per l’Azione Sociale (CCAS) ha presentato una richiesta di ammissione.
“I residenti possono avere convinzioni diverse e queste devono essere rispettate”
In questa struttura, i residenti possono beneficiare degli appartamenti e della sala mensa per tutti i pasti, ma quando arriva a Vesoul a gennaio 2019, la suora scopre di essere in lista d’attesa e che non c’è spazio per lei, la parrocchia locale la ospita fino a quando non si libera un posto nella casa di riposo. A luglio, il CCAS de Vesoul la informa che la sua richiesta è stata accettata e che gli verrà presentata una proposta abitativa. Nella stessa lettera però, il CCAS afferma che all’interno delle loro strutture, “i residenti possono avere preferenze e convinzioni e queste devono essere rispettate”. E aggiunge: “Nel rispetto del laictà qualsiasi segno ostentato di appartenenza a una comunità religiosa non può essere accettato per garantire la serenità di tutti”. La suora può quindi ottenere un alloggio solo se rinuncia al velo e all’abito religioso, le viene concesso solo di indossare una croce a patto che sia “discreta”.
Il parroco di Vesoul denuncia un atteggiamento di “cristianofobia”
La suora, visto che ha indossato l’abito religioso per tutta la vita e non può immaginare la sua vita altrimenti rifiuta le assurde imposizioni della casa di riposo comunale e la parrocchia alla fine le trova un alloggio attraverso un’agenzia immobiliare.
La rigidità e il fanatismo laicista della struttura per anziani e degli uffici comunali della cittadina francese costringono una donna che ha trascorso la sua vita in comunità ora è sola in un appartamento dove dovrà fare la spesa e mangiare da sola.
La parrocchia locale riferisce che la donna sente di essere stata respinta e ha sofferto molto questa discriminazione. Nel suo bollettino parrocchiale, il sacerdote di Vesoul ha parlato apertamente “cristianofobia” riferendosi all’espisodio.
“I principio della laicità non è ben compreso”. Il parroco poi si riferisce all’episodio che ha visto protagonista la madre di uno studente musulmano a cui un cosigliere di una partito di destra ha chiesto di togliere il velo durante una seduta dell’assemblea regionale della Bourgogne Franche-Comté.
Il presidente del CCAS de Vesoul invece ha parlato di “caso chiuso” e si è limitato a spiegare che la suora “non ha voluto accettare il regolamento interno che è uguale per tutti”.
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