Com’ è noto, è almeno dalla seconda metà degli Anni Novanta che il terrorismo viene segretamente appoggiato ed armato dai servizi segreti occidentali. Secondo Nena News fonti della difesa pakistane intervistate da Asia Times nel febbraio 2005 “hanno confermato che i ribelli descritti come lealisti del “precedente partito Ba’ath” – che erano stati reclutati e addestrati da “al-Qaeda in Iraq” sotto la guida del defunto Abu Musab Zarqawi sono state riformiti di armi prodotte dal Pakistan e dagli Stati Uniti.’’ Le spedizioni di armi includevano fucili, lanciagranate, munizioni, razzi ed altro materiale ed erano destinate in passato ad Al Qaeda in Afghanistan. Non era affatto un fenomeno isolato ma una strategia collaudata che venne attuata successivamente anche con ribelli o terroristi che stavano combattendo in Iraq compresi gli stessi militanti del ISIS.
In questo modo gli USA portavano avanti la strategia del ‘’piromane e poi pompiere’’ per sedere in seguito al tavolo dei negoziati con il vantaggio enorme di aver “combattuto il terrorismo” da loro stessi creato.
Nel 2016 Julian Assange ha confermato che fu una decisione della CIA, insieme all’Arabia Saudita, quella di raccogliere miliardi di dollari per armare i combattenti mujahidin in Afghanistan per affrontare le truppe sovietiche, e successivamente finanziare ed armare al-Qaeda (che a quei tempi non aveva a che fare con Bin Laden)
La strategia americana di creare caos e destabilizzazione in Medio Oriente ha portato agli attentati dell’11 settembre, all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e alla creazione dell’ISIS.
La pubblicazione di WikiLeaks informava l’opinione pubblica a proposito di una lunga serie di questioni geopolitiche. Le motivazione profonde della creazione di una bomba a tempo che doveva essere distrutta quando non serviva più, il terrorismo “islamista”da parte degli Stati Uniti, con l’aiuto di alcune petromonarchie del Golfo, faceva parte della strategia di destabilizzazione permanente dell’area su cui lucravano sia il complesso militare industriale che le lobby petrolifere.
La creazione di ISIS in Siria ed in Iraq, mentre era in corso la guerra, rispondeva ad un progetto di dominazione che partiva dall’occupazione e dalla distruzione delle strutture statali pre-esistenti, implementando al contempo una guerra tra bande di media durata. Poi si sarebbe lucrato ancora una volta sulla ricostruzione, mai veramente portata avanti in Iraq che rimane ancora una polveriera.
Oltre a Julian Assange tutta una serie di analisti sostenitori dell’ “asse della Resistenza” ( come anche siti neocoon ) hanno insistito per anni su queste tesi ed esiste una marea di documentazione a suffragio. Non è escluso che gli analisti del Global Reseach abbiano ragione, specialmente ora che sappiamo del lavoro sporco svolto dalla CIA in Siria, per distruggere la rivoluzione popolare del 2011 e rendere un inferno le zone liberate.
Quando la rivoluzione si trasformò in guerra, il Paese fu svuotato dai suoi abitanti, i suoi partigiani e i suoi rivoluzionari furono uccisi o costretti all’esilio e la CIA aiutata da 14 servizi segreti occidentali ha riempito di mercenari venuti da ogni luogo del mondo le zone liberate.
Al posto di idealisti come il fratello Giuliano Delnevo, caduto martire nel 2013, la popolazione rimasta si trovò, nei mesi e negli anni successivi, di fronte a mercenari o delinquenti che si abbandonavano alle peggiori atrocità contro i civili e contro i partigiani di altre fazioni, colpendo senza pietà anche le loro famiglie per affermarsi in quelle aree.
Invece di una battaglia contro un tiranno la guerra era diventata un conflitto di potenze per interposta persona che doveva durare indefinitamente a scapito della popolazione civile.
Al sogno di una Siria unita e pacifica fu contrapposto il bellum omnia contra omnes che mise i siriani l’uno contro l’altro per motivi di fede o di etnia o semplicemente di arricchimento e di potere a tutto vantaggio dei fautori della guerra infinita..
Non bastavano le bombe dei russi e le atrocità del regime siriano, la popolazione dovette subire la protervia dell’ISIS e di altre milizie estremiste nelle zone liberate dalle forze governative.
In questo clima, a partire dal 2004, nacque ISIS tra Siria e Iraq, da una fusione tra ufficiali ex baathisti ed estremisti qaedisti con il progetto della formazione di un sedicente califfato, concretizzatosi occupando parte di quei Paesi a partire dal 2013.
“Anche se i militanti dell’ISIS sarebbero senza dubbio inorriditi nel pensarlo, sono la progenie di Washington. Tredici anni di guerra, occupazione e interventi mirati hanno svolto un ruolo importante nella sua creazione . Possono essere il nostro peggior incubo (finora), ma sono anche la nostra eredità – e non solo perché molti dei loro leader provenivano dall’esercito iracheno che abbiamo sciolto, avevano le loro convinzioni e competenze affinate nelle prigioni che abbiamo istituito (Camp Bucca sembra essere stato il punto occidentale dell’estremismo iracheno). Daesh ha maturato esperienze di fronte alle operazioni antiterrorismo degli Stati Uniti negli anni cruciali dell’occupazione. Infatti, quasi tutto ciò che è stato fatto nella guerra al terrorismo ha facilitato la loro ascesa. Dopo tutto, abbiamo smantellato l’esercito iracheno e ne abbiamo costituito uno che sarebbe fuggito appena i combattenti dell’ISIS si fossero presentati, abbandonando vasti depositi di armi di Washington. Essenzialmente abbiamo distrutto lo Stato iracheno, promuovendo un leader sciita che opprimesse i sunniti al punto da creare una situazione in cui l’ISIS sarebbe stato accolto o tollerato in tutte le aree significative del paese.’’ Questo scrive l’ analista Tom Engelhard sul Middle East Eye nel 2015.
Nel caso dell’ Iraq infatti gli americani hanno occupato il Paese e hanno creando un governo fantoccio in condominio con Teheran.
Qualcuno ha paragonato l’ISIS ad una specie di mafia criminale.
L’ISIS è stata semplicemente una startup locale di grande successo che stava guidando unilateralmente l’agenda in Iraq ed in Siria oppure è un elemento della strategia saudita per combattere l’Iran e il mondo sciita?
Secondo il prof. Mohsen Massarrat autore di un libro in cui denuncia il ruolo della CIA e di alcuni governi occidentali nella creazione di ISIS. “L’inventore virtuale dello “Stato Islamico” non è altro che l’ex Segretario di Stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice’’, dal canto suo il giornalista ed analista Naafez Ahmed scrive dalle colonne del MEE che “l’ISIS stesso è un prodotto che porta esattamente lo stesso marchio delle insensate politiche USA-Regno Unito precedentemente attuate in Iraq con effetti devastanti. Negli ultimi decenni, un totale di 2,3 milioni di individui sono stati uccisi dai bombardamenti a tappeto degli Stati Uniti e del Regno Unito, dallo strangolamento economico e dai conseguenti effetti sulla salute pubblica: tutto sommato, un meraviglioso sergente di reclutamento e catalizzatore per “militanti islamisti sociopatici”
Praticamente hanno fatto più vittime loro che gli stessi terroristi o i regimi di Assad e Saddam Hussein, ed il risultato è che il Medio Oriente è oggi un inferno in terra peggiore di quanto già lo fosse.
Intanto è di appena due mesi fa la notizia che “Le forze afghane sostenute dalla US Central Intelligence Agency (CIA) hanno effettuato esecuzioni sommarie, rapito individui e attaccato strutture sanitarie” – secondo Human Rights Watch
Nonostante la sconfitta militare dell ISIS l’imperialismo continua con altri attori la stessa politica disumana. Salvo poi riempirsi la bocca con discorsi sui diritti umani.
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