Come la stampa mainstream utilizza luoghi comuni e falsità per far apparire gli israeliani come vittime piuttosto che come carnefici o collaboratori dei carnefici. È arcinoto che oggi una buona maggioranza di loro appoggi apertamente il genocidio del popolo palestinese a Gaza e le violazioni dei diritti umani in Cisgiordania (tra cui torture a bambini prigionieri e stupri, proprio quello che avevano rinfacciato ad Hamas).
Dopo aver letto un paio di articoli disgustosi su Il Riformista (dove veniva apertamente negata l’esistenza del popolo palestinese) e su L’Unità, in cui il popolo israeliano si presentava ancora una volta come vittima di una presunta campagna mondiale di odio, adesso è la volta de La Repubblica, pezzo a firma di Dona Porat, che è tutto un programma.
Prima di tutto, per rispondere alla Porat, c’è da sottolineare: non è vero che l’Occidente si è illuso della possibilità della pace con Hamas. Persino l’ONU si è accorta che Hamas è un movimento politico e che Israele è invece uno Stato canaglia; insomma, mentre la resistenza si comporta come uno Stato trattando e tenendo fede ai patti, lo Stato sionista si comporta come uno Stato canaglia che non pensa ad altro che espandersi manu militari distruggendo tutto quello che trova. L’Occidente la pace non l’ha mai voluta, consapevole che Israele sarebbe stato il garante degli interessi occidentali nell’area. Il resto è stato solo un teatrino col tentativo fallito di cooptare in un regime neocoloniale parte della borghesia palestinese.
E non c’entra la razionalità, poiché non credo sia tanto razionale massacrare trentamila innocenti, così come non sono stati razionali il fascismo e il nazismo, per non parlare dei crimini americani, dalle bombe ad Hiroshima e Nagasaki al bombardamento di Dresda ai crimini in Vietnam, Iraq, Libia, Siria. Si tratta piuttosto di una nichilista e cieca volontà di potenza da parte di un sistema, quello occidentale, che sta cedendo sotto i colpi della volontà di liberazione dei Paesi del Sud del mondo che stanno appoggiando in massa la Palestina.
Quanto alla falsa accusa ad Hamas di antisemitismo, basti ricordare quanti ebrei oggi abbracciano la causa palestinese denunciando apertamente i crimini di Israele e quanto questa sia una lotta di liberazione nazionale e non una guerra di religione. Una lotta in cui combattono fianco a fianco, con o senza le armi, palestinesi di ogni famiglia politica, dai laicisti del FPLP alle brigate cristiane ai musulmani militanti di Hamas e Jihad Islamica.
E senza dubbio un grave errore etico-politico e dottrinale confondere sionisti con ebrei, ma ricordiamo agli apologeti dello Stato nazionale sionista che gli ebrei non sono un popolo, ma piuttosto una comunità religiosa divisa in tante correnti, alcune delle quali rigettano il rozzo suprematismo israeliano. Ebrei, cristiani e musulmani hanno convissuto per secoli in terra d’Islam e l’antisemitismo è piuttosto un prodotto mitteleuropeo che nulla c’entra con gli arabi musulmani o cristiani.
Quanto a pretesi principi religiosi antisemiti nel Corano, semplicemente non esistono, poiché se gli ebrei in gran parte si sono comportati male con il Profeta, è solo colpa loro, del loro suprematismo e della loro avidità di beni terreni. Infatti, il Profeta governò Medina benissimo, rispettando le comunità di ogni credo monoteista: le tribù lo avevano chiamato per dirimere le controversie e porre fine alle violenze tra loro. Lo fece, senza mai discriminare nessuno per quello che era, ma per quello che faceva.
Esattamente come noi di fronte al comportamento vergognoso dei sionisti a Gaza. Che poi si tiri in ballo la presunta democraticità di uno Stato che imprigiona e tortura migliaia di bambini palestinesi solo perché formalmente seguace della separazione dei poteri, mentre in realtà si avvia ad essere una vera teocrazia ebraica, sfiora veramente il ridicolo. Non capisco con che faccia poi si critichino i regimi iraniano o cinese o russo o i talebani in Afghanistan quando Israele si comporta molto peggio. Si comporta esattamente come fecero gli americani con gli indiani d’America, il peggiore genocidio della storia.