Purtroppo sappiamo bene che l’attenzione del mondo islamico, oggi, è catalizzata altrove, eppure passi significativi si stanno continuando a muovere anche nell’ambito del rapporto tra Islam e pensiero e movimenti ecologici.
Abbiamo parlato più volte su questo giornale del professore curdo İbrahim Özdemir, coinvolto tanto nella preparazione della bozza della Dichiarazione Islamica sul Cambiamento Climatico Globale , quanto nel progetto Al Mizan , nell’ambito del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).
Alla fine del 2022 è stato pubblicato il suo testo Care for Creation; An Islamic Perspective che sta suscitando un discreto interesse a livello internazionale. Ne sono infatti state richieste cinque copie — dalla Agency for the Legal Deposit Libraries, nel Regno Unito — per essere inserite nei cataloghi delle biblioteche delle Università di Oxford e di Cambridge, della Biblioteca Nazionale di Scozia, di quella del Galles e del Trinity College di Dublino.
Ne sarà presto pronta una versione in italiano.
Nel testo di Özdemir troviamo circa ottanta citazione dal Sacro Corano che legittimano l’affermazione che il verde è il colore dell’Islam anche in virtù di una sua indiscutibile vocazione ecologica.
Questo è, naturalmente, cruciale per il nostro pianeta esausto perché, come abbiamo già argomentato, l’Islam è destinata a divenire, entro un paio di generazioni, la prima religione al mondo in termini numerici.
Ho fatto diverse interviste al professor Özdemir, l’ultima per la piattaforma Green Prophet , nel corso della quale lui sottolineava che, malgrado gli incontri di COP28 siano stati un mezzo fiasco, bisogna guardare al futuro con ottimismo e senza cedere sul fronte dell’impegno per la salvaguardia ambientale. Del resto, nel mondo islamico si stanno registrando importanti progressi riguardo un maggiore coinvolgimento in ambito ecologico, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ma segnali incoraggianti stanno arrivando anche dall’Indonesia (come abbiamo argomentato in un articolo per il mensile La Luce: ), dalla Turchia, dal Marocco e dagli Emirati Arabi Uniti.
Nel 2023 la campagna per un Ramadan “plastic free”, promossa dal Muslim Council of Britain , ha registrato un buon successo a livello mondiale, coinvolgendo soprattutto moschee nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Canada.
Ne hanno parlato diversi giornali, tra cui La Repubblica nel bell’articolo: Un Ramadan plastic free per aiutare il pianeta
Quest’anno MCB ha rilanciato, pubblicando un guida molto sintetica per vivere questo nuovo mese di Ramadan in maniera ecosostenibile
In Italia sono già un paio di anni che segnaliamo la Guida ad un Ramadan ecosostenibile, che può essere gratuitamente scaricata a questo link:
Ne riportiamo, di seguito, alcuni passaggi (ad iniziare dalla prefazione) per promuovere un Ramadan 2024 possibilmente più ecosostenibile di quello che lo ha preceduto:
«Il digiuno è un atto di adorazione e, allo stesso tempo, un modo per imparare la pazienza e per prendere le distanze dalle cattive abitudini.
Tuttavia, in questi tempi di “crisi del mondo moderno”, l’attenzione sembra essersi spostata dai vasti benefici del digiuno durante questo mese benedetto ad una prospettiva maggiormente materialistica, legata, ad esempio, a cosa comprare, dove e quanto mangiare.
Nel mese di Ramadan tendiamo ad eccedere nel mangiare e nell’uso delle risorse.
Il quantitativo dei nostri rifiuti può aumentare per diversi fattori che vanno dalla “commercializzazione” del mese benedetto alla generosità degli ospiti che producono troppo cibo in occasione degli eventi che vi si celebrano.
Realizziamo che utilizziamo più acqua del solito per le abluzioni, perché ci sentiamo più “spirituali” e tendiamo anche ad utilizzare maggiormente la macchina per correre a fare shopping.
Allah Onnipotente ci ha donato la terra come nostro spazio di vita, ha creato ogni organismo vivente ed ogni fenomeno naturale per uno scopo preciso.
Nel momento in cui si riceve un regalo, questo non può non essere tesorizzato, con gratitudine nei confronti del nostro Benefattore».
La guida offre diversi suggerimenti pratici che è bene cercare di seguire con un certo scrupolo per avere successo nel conseguimento del nostro obiettivo di vivere il mese di Ramadan in maniera più coscienziosa:
■ Non eccedete nel comprare – il Ramadan non ha nessuna attinenza con il quantitativo di cibo che possiamo mangiare durante l’iftar. Mangiate in maniera semplice e frugale.
■ Siate consapevoli di tutte le operazioni di marketing e delle tecniche pubblicitarie utilizzate per condizionarvi a comprare più del necessario. La commercializzazione del Ramadan è ora una regolare ricorrenza come accade, del resto, per il Natale, la Pasqua e le altre festività religiose.
■ I nostri iftar non devono includere cibi carnei! Utilizzate l’opportunità del Ramadan per provare nuovi piatti vegetariani – il consumo di carne non è eco-sostenibile e dunque più carne mangiamo, più danneggiamo l’ambiente.
■ La dieta del Profeta صلى الله عليه وسلم era soprattutto basata su cereali, datteri, acqua, latte, miele, frutta e verdura mentre il suo consumo di carne era lungi dall’essere quotidiano.
■ Provate a mangiare cibo prodotto a livello locale che è, sicuramente, maggiormente sostenibile da un punto di vista ambientale (non foss’altro perché è a chilometro zero) ed è un modo per supportare i piccoli business del vostro territorio.
■ Ricordatevi dell’hadith che raccomanda di riempire 1/3 del tuo stomaco con il cibo, 1/3 con l’acqua, lasciando vuoto il terzo rimanente (Tirmidhi)
■ Usate il cibo avanzato dall’iftar per il suhoor e quanto non è stato consumato durante il suhoor per l’iftar della sera seguente.
Ridurre l’utilizzo di plastica durante gli incontri di Iftar è, direi, fondamentale. Di seguito alcuni suggerimenti per farlo nella maniera più razionale:
■ Valutate attentamente il quantitativo di plastica che vi serve quando state organizzando un iftar.
■ In questo primo stadio può davvero essere sorprendente constatare il quantitativo di plastica coinvolto.
■ Iniziate a pensare agli utilizzi più banali, a partire dalla plastica utilizzata nel corso del pasto, ad esempio: piatti, bicchieri e posate. Potete poi pensare alla plastica utilizzata nei modi meno scontati, ad esempio per impacchettare il cibo e/o i suoi ingredienti.
■ Le fonti primarie di plastica sono le più importanti in relazione al vostro messaggio di riduzione dei rifiuti nel corso di un iftar in quanto possono fare, visivamente, la differenza. In questo modo potete dimostrare che un iftar al netto della plastica è possibile e che si può interrompere, insieme, il digiuno in un modo che segua l’esempio del Profeta (Pace su di lui).
■ Pensate alle possibili alternative alla plastica per gli stessi usi, di modo da poter arrivare al punto di poter eliminare (idealmente del tutto) il suo utilizzo. Quando andate ad un evento di iftar o anche, semplicemente, alla moschea, portate con voi la vostra borraccia termica in modo da scoraggiare la distribuzione di bottiglie di plastica monouso.
■ Posate riutilizzabili rappresentano una grande opportunità per dare il proprio contributo nei lavori di pulizia successivi all’evento collettivo. Questo può naturalmente contribuire a creare un contesto amichevole e comunitario.
■ Prendete nota dei modi in cui siete riusciti ad evitare l’utilizzo di plastica durante l’iftar di modo che possiate condividere queste buone pratiche con gli altri. Fate fotografie e video dell’evento da poter poi condividere (anche nei social) per incoraggiare gli altri a muovere nella stessa direzione.
■ Ricordate che la plastica è generalmente utilizzata per una questione di praticità ma che questa ha un costo alto per il pianeta che Allah ha creato ed affidato alla nostra cura e responsabilità. Nell’Islam lo sforzo è riconosciuto e valorizzato.
Di fronte ai progressi del 2023, credo che nel corso di questo mese di Ramadan dovremmo consolidare le nostre buone pratiche, affinché ci diventino viepiù famigliari anche nel corso del resto dell’anno. Se nel mondo islamico si diffondono e si consolidano buone pratiche ed una matura coscienza ecologica, il mondo avrà sen’altro maggiori chance di superare la grave crisi ambientale che sta vivendo.
Cerchiamo dunque di vivere questo Ramadan 2024 nella maniera più sostenibile possibile.
Link alla guida: https://viverealtrimenti.com/guida-ad-un-ramadan-ecosostenibile/