Nel Corano i colori dell’universo

Luce

Forse non tutti sanno che la luce è un’onda elettromagnetica con una specifica frequenza e lunghezza d’onda. La lunghezza d’onda caratterizza il tipo di onda elettromagnetica. Per esempio, per lunghezze d’onda di alcuni metri troviamo le onde radio, per quelle da 770 nanometri a un millimetro abbiamo gli infrarossi e per quelle dai 400 nanometri ai 700 troviamo la così detta “luce visibile”, ovvero quella percepita dal nostro occhio. Lo spettro delle lunghezze d’onda della luce visibile si suddivide in intervalli all’interno dei quali troviamo i singoli colori. Ad esempio, il violetto va dai 400 ai 450 nanometri e il rosso da 620 ai 700 nanometri, il colore che vediamo quindi è definito dalla lunghezza d’onda elettromagnetica che incide sulla retina del nostro occhio ovvero dalla frequenza con la quale la sorgente di luce genera quest’ultima. 

Colori  

Uno degli esempi di armonia matematica nel Corano, riguarda la parola “colori”, al plurale. Questa parola declinata diversamente ma sempre derivante dalla radice “La Wa Nun” (colorare, tingere) è ripetuta in tutto il Corano per un totale di sette volte. Proprio come il numero dei colori fondamentali ovvero il numero di colori presenti nello spettro luminoso. Infatti, la luce bianca se scomposta, dà origine a tutti i colori. Questo è il motivo per cui gli arcobaleni hanno sette colori (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola). 

Corpi neri   

Il corpo nero è un concetto fondamentale della fisica moderna: esso è un oggetto ideale che se posto ad una certa temperatura riemette tutte le onde elettromagnetiche che incidono su di esso, senza rifletterle o trasmetterle. Quando un corpo nero raggiunge l’equilibrio termico con il suo ambiente, emette una specifica radiazione elettromagnetica in modo continuo in una modalità dipendente unicamente dalla sua temperatura. Questo modo di emettere radiazione è chiamato radiazione del corpo nero ed è stata studiata intensamente nella storia della fisica, portando a importanti sviluppi nella comprensione dei fenomeni quantistici e nell’elaborazione della teoria dei quanti di luce. È bene ricordare però che il corpo nero è un oggetto che non esiste, è un’astrazione teorica; quindi, nella realtà possiamo trovare corpi molto simili ad esso ma mai dei veri e propri corpi neri.  

Fuoco stellare 

L’astronomia utilizza lo spettro dei colori per distinguere le temperature delle stelle. Percepiamo il nostro sole di un colore arancio/giallo perché brucia a temperature meno intense rispetto alle stelle più calde, le quali invece appaiono di colore sempre più chiaro a mano a mano che diventano più calde, risalendo così la scala cromatica fino ad arrivare all’azzurro. Per esempio, la stella Sirio ha una temperatura di 9.982 gradi Celsius che la fa brillare di azzurro. A temperature ancora più elevate, le stelle diventano ancora più scure e assumono un colore che supera la gamma cromatica a cui sono sensibili i nostri occhi o i normali telescopi. 

La radiazione prodotta dalle stelle si avvicina molto a quella di corpo nero, ma se volessimo avere stelle di colore nero, dovremmo avere temperature di fiamma spaventose le quali non esistono, sia perché esiste un limite alla massa e alla temperatura delle stelle, sia perché, come detto innanzi, non esiste un corpo capace di emettere tutta la radiazione incidente. 

Colori nefasti 

Sapendo che l’Inferno è scuro, che il fuoco al suo interno è nero, che ha sette porte, e che i volti delle sue persone sono anneriti, quante volte pensate che il colore nero sia menzionato nel Corano? Come probabilmente avrete intuito, il colore nero nelle sue varie declinazioni è menzionato nel Corano esattamente sette volte. Abduldaem Al-Kaheel ha posto particolare attenzione ad un autentico hadith del Profeta (pbsl), riguardo la temperatura del fuoco infernale, in cui il messaggero disse: 

“Il fuoco (ordinario) è una delle settanta porzioni del fuoco infernale.” 

Qualcuno rispose 

“O Messaggero di Allah, questo fuoco sarebbe stato sufficiente per torturare i miscredenti?” 

Il Messaggero rispose: 

“Il fuoco dell’inferno ha sessantanove parti in più del fuoco ordinario, e ogni parte è calda come questo fuoco.” 

Se il nostro fuoco “ordinario”, eseguendo una misura di temperatura media del fuoco secondo la maggior parte delle fonti, è di circa 593 gradi Celsius, allora rifacendosi a questo hadith del Profeta Muhammad (pbsl), la temperatura dell’Inferno sarebbe 70 volte maggiore. Moltiplicando 593 per 70, otteniamo 42.760 gradi Celsius. La cosa sorprendente è che grazie ai modelli teorici dell’emissione di corpo nero sappiamo che a quelle temperature il fuoco va oltre il blu, anzi, dovrebbe essere nero! 

È quindi assolutamente plausibile che le fiamme infernali siano davvero nere, un fenomeno che nel mondo terreno non è realizzabile.

La percezione del colore è un fenomeno che avviene nel nostro cervello attraverso l’input codificato dalle retine dei nostri occhi. É plausibile che esseri diversi dagli uomini percepiscano con i loro organi di senso onde elettromagnetiche come gli infrarossi che noi non percepiamo e in particolare non vediamo e a cui di conseguenza il nostro cervello non attribuisce alcun colore. La menzione del colore del fuoco infernale suggerisce come quel luogo non sia solamente per le anime ma ospiterà nel contempo anche i corpi, compresi gli occhi! 

Ancora una volta la scienza ci spiega e ci conferma un fenomeno descritto molti secoli addietro, già negli insegnamenti dell’islam infatti troviamo un chiaro accenno alla radiazione di corpo nero! Non possiamo che rimanere basiti e riflettere sulla coerenza delle affermazioni del profeta Mohammed (pbsl) che per l’ennesima volta ci viene confermata dalla scienza moderna.