In Turchia lo Stato restituisce i beni alle minoranze religiose

La Turchia ha compiuto progressi enormi nell’ultimo decennio, restituendo, tra il 2003 e il 2018, oltre 1.000 proprietà precedentemente confiscate dallo Stato alle minoranze religiose.

Questo secondo quanto affermato da un avvocato turco armeno durante un incontro tenutosi all’Università di Harvard nel Massachusetts.

L’avvocato turco armeno Ömer Kantik, specializzato in diritti delle minoranze, ha affermato, durante l’incontro moderato dalla professoressa Martha Minow, che la Turchia si è adoperata per restituire le proprietà delle minoranze, ha riportato l’Agenzia Anadolu (AA).

“Tra il 2003 e il 2018, un totale di 1.084 proprietà sequestrate sono state restituite a fondazioni facenti capo alle minoranze e per 21 proprietà è stato pagato un risarcimento, in attuazione dei nuovi regolamenti”, ha affermato Kantik, aggiungendo che ciò mostra la buona volontà dei legislatori.

Notando che la Turchia ha compiuto progressi senza precedenti per quanto riguarda la restituzione delle proprietà confiscate alle minoranze, in linea con il processo di armonizzazione dell’Unione Europea dopo il 2000, Kantik ha affermato che le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) al riguardo non dovrebbero essere percepite come pressioni, ma piuttosto come consigli/guida.

“Posso dire che questo processo, diventato più inclusivo a partire dagli anni 2000, ci dà più speranza per il futuro”, ha detto Kantik, aggiungendo che è ad Harvard per “condividere questa speranza”.

Ha continuato dicendo che i problemi accaduti ormai appartengono al passato e un futuro migliore attende le minoranze grazie a nuove leggi.

Nel frattempo, anche la figlia di Kantik, Destina Kantik, allieva di giurisprudenza ad Harvard, ha fatto una presentazione al meeting, spiegando la posizione democratica e incentrata sulla risoluzione dei problemi della Turchia.

Ci sono 167 fondazioni delle minoranze in Turchia, di cui 77 organizzazioni greco-ortodosse, 54 armene, 19 ebraiche, 10 siriane, tre caldee, due bulgare, una georgiana e una maronita.

Negli ultimi decenni, la Turchia si è mossa per ripristinare i diritti delle minoranze e aiutarne la sopravvivenza poiché il loro numero è diminuito nel corso degli anni. A lungo trattati come cittadini di seconda classe, i cittadini delle comunità greca, ebraica, armena e siriana hanno elogiato il ripristino dei loro diritti, sebbene si siano lamentati del fatto che si è trattato di un processo troppo lento.

Le fondazioni di minoranze non musulmane hanno uno status giuridico ai sensi del Trattato di Losanna del 1923, che garantiva loro l’uguaglianza davanti alle leggi e la libertà di stabilire e gestire “istituzioni religiose e sociali”.

Una carta del 1936 ha aperto la strada alle fondazioni per acquisire proprietà, ma una sentenza del tribunale del 1974 ha invertito il processo, consentendo allo Stato di sequestrare le proprietà delle minoranze acquisite dopo il 1936. Le proprietà sono state per lo più restituite ai proprietari originali e, in assenza di proprietari, sono stati presi dal tesoro.