Mio padre mi raccontava di come fosse stato fortunato durante la seconda guerra mondiale a vivere vicino a dei grossi alberghi che vennero trasformati in ospedali per le vittime dei bombardamenti. Raccontava di come i tetti di queste strutture venissero disegnati con enormi croci di color rosso e di come “le fortezze volanti” abbiano rispettato questa zona franca per tutta la durata del conflitto risparmiando così a tutto il paesino in cui viveva il supplizio dei bombardamenti.
Inoltre dopo la seconda guerra mondiale iniziò la nascita delle cosiddette organizzazioni non governative nello sforzo di creare, nei teatri di guerra, degli attori al di sopra delle parti capaci di politiche maggiormente indipendenti e flessibili rispetto agli attori degli equilibri geopolitici.
La realtà dei fatti però vuole che l’ideale di portare conforto, in modo “indipendente” dalle parti, a tutte le vittime della guerra ha trovato sempre meno spazio nelle ultime decine di anni. Gli aiuti umanitari infatti, specie quelli alimentari, non sono più affatto considerati una variabile ne indipendente ne tanto meno trascurabile all’interno dei conflitti.
Uno studio condotto circa venti anni fa dal dipartimento di economia dell’Università di Harvard suggerisce come gli aiuti umanitari alimentari possano in determinati contesti incrementare i conflitti e la loro durata permettendo ad esempio alle parti in conflitto di mobilitare maggior risorse per la guerra distraendole dall’aiuto alla popolazione civile o semplicemente potendo essere una risorsa per i soggetti belligeranti.
Il ruolo degli aiuti umanitari nei conflitti sono oggi una questione alquanto complessa e considerati una delle variabili di cui tener conto nelle strategie di guerra. Non ultimo ad esempio il fatto che gli operatori stessi nell’era dell’informazione posso essere dei testimoni scomodi.
Il conflitto nella Striscia di Gaza costituisce un esempio paradigmatico di come negli anni sia cambiato il ruolo della cosiddetta cooperazione internazionale e di come anche il diritto umanitario internazionale sia oramai solo un ricordo da rispolverare con nostalgia. Lo scopo della guerra a Gaza non sembra essere quello di sottomettere un esercito ma quella di annichilire una popolazione e renderne impossibile la vita civile, si è arrivati addirittura ad arare le strade mentre il bombardamento degli ospedali e l’uccisione del personale medico e paramedico fa parte della strategia di guerra sin dal primissimo momento.
I tempi in cui Gino Strada forte della sua posizione ideale disarmava coloro che pretendevano di entrare nei suoi ospedali con la forza delle armi sembrano lontanissimi.
Il bombardamento del primo ospedale nella Striscia di Gaza fu all’inizio negato dell’esercito israeliano e di fatto considerato inverosimile dai più, gli eccidi avvenuti successivamente negli ospedali con annesse fosse comuni, la brutalizzazione ed uccisione degli operatori sanitari nello schifa hospital e poi anche in altri, il bombardamento sistematico di tutti gli ospedali, ha sciolto ogni dubbio su chi fossero i responsabili di quel primo “incidente” ed ha rappresentato il superamento di un limite ritenuto fino a prima di un anno fa ignominioso per qualsiasi esercito.
Dopo tutto ciò, dopo solo un anno di crimini di guerra il bombardamento degli ospedali non sembra destare più la medesima indignazione ne a Gaza ne verosimilmente altrove. Dell’inizio del conflitto a Gaza sono stati uccisi quasi 300 operatori umanitari e si può dire con assoluta certezza che non siano state uccisioni casuali visto che tutti gli operatori umanitari sono tenuti a fornire le proprie coordinate GPS e ad operare in corridoi ben definiti dall’esercito israeliano stesso. Non è stato di certo casuale, come è stata dimostrato dalla ricostruzione dei fatti, l’uccisione degli operatori umanitari internazionali della “WORLD CENTRAL KITCHEN” che operavano nella distribuzione del cibo. Più volte gli stessi convogli delle nazioni unite sono stati attaccati, convogli che non partono mai prima di essere controllati dall’esercito israeliano e che seguono percorsi e strettissime procedure prestabilite. 169 sedi dell’UNRWA sono state bombardate.
Tutti sanno che a Gaza non esistono più zone franche nonostante sulla carta ancora esistano. Non a caso le organizzazioni umanitarie tendono a non denunciare mai troppo apertamente i crimini di guerra che avvengono a Gaza per tema sia di essere estromesse dalla zona del conflitto sia di ritorsioni ben più crude. L’ingresso di uomini e merci è strettamente controllato dall’esercito invasore in un vero e proprio assedio e dare sollievo alla popolazione malata è di fatto qualcosa che va contro lo scopo e la strategia della guerra. L’esercito israeliano ha superato e allontanato i limiti della ferocia possibile nella guerra, non solo per l’utilizzo di armi non convenzionali, come le bombe al fosforo bianco e l’uccisione deliberata della popolazione civile, ma anche per il deliberato tentativo di impedire gli aiuti umanitari in tutte le loro forme.
Oggi giorno sentire storie come quella raccontata da mio padre fa quasi commuovere, di contro lui e la gente della sua generazione rimarrebbe incredula di fronte all’impunita con cui i carnefici mostrano le loro facce, il livello della ferocia dell’esercito israeliano è misurato dalla perdita di qualsiasi limite o regola di guerra, il diritto umanitario internazionale nato dalle varie convezioni di Ginevra è divenuto carta straccia. Per non parlare di come la salvaguardia della popolazione non belligerante sembri un ideale di altri tempi.
Parlare di attori super partes o di zone franche nelle aree di conflitto non è di fatto più neanche una cosa credibile. I tempi in cui Gino Strada forte della sua posizione ideale disarmava coloro che pretendevano di entrare nei suoi ospedali con la forza delle armi sembrano lontanissimi. A Gaza il buon Gino sarebbe finito presto in una fossa comune. Non che cose indicibili siano sempre avvenute durante le guerre ma il conflitto a Gaza ha alzato l’asticella della ferocia possibile, dicibile e tollerata collettivamente perché sotto gli occhi di tutti e sta portando alla definitiva cancellazione del diritto umanitario internazionale. È più che verosimile che le guerre del futuro saranno grazie a Bibi e a coloro che lo sostengono sempre più feroci.